Lavoro, oltre 2 milioni in part-time “involontario”: impennata tra donne e al Sud
Secondo un rapporto del Forum Disuguaglianze e Diversità, il 56,3% degli occupati a tempo ridotto accetta il contratto per mancanza di alternative. Il fenomeno colpisce in particolare i giovani, le professioni poco qualificate e i contratti a tempo determinato, specie nel Mezzogiorno. Cresce poi il divario di genere: in 8 imprese su 10 l’incidenza delle lavoratrici part-time supera la metà dei dipendenti totali
- Lavorare meno tempo non sempre è frutto di una scelta per conciliare meglio la propria vita privata. Un rapporto del Forum Disuguaglianze e Diversità evidenzia la crescita del “part time involontario”, una sorta di aut aut che costringe il dipendente a una riduzione di orario e di conseguenza di retribuzione
- Secondo l’analisi "Da conciliazione a costrizione: il part-time in Italia non è una scelta. Proposte per l'equità di genere e la qualità del lavoro", sono oltre 2 milioni gli italiani che si trovano costretti ad accettare il tempo parziale per necessità
- Secondo dati Istat del 2022, il fenomeno dell'orario ridotto "forzato" interessa oltre la metà (56,3%) dei 4,2 milioni lavoratori in regime part-time attivi in Italia
- Come evidenzia il rapporto Benessere equo e sostenibile (Bes) del 2023, il part-time “involontario” colpisce un lavoratore italiano su dieci mentre la media Ue è ferma al 3,6%. Per questo fenomeno il nostro Paese si attesta tra gli indicatori peggiori rispetto al resto del Vecchio Continente
- A dover accettare condizioni di lavoro in formula ridotta sono soprattutto le donne, che rappresentano i tre quarti dei contratti part-time totali. Risultano costrette a sottoscrivere l'orario parziale il 16% contro il 5,6% degli uomini
- Secondo il rapporto, il numero di donne in orario parziale "forzato" cresce nel caso di professioni non qualificate: il 38,3% contro il 14,2% dei colleghi uomini
- In secondo luogo, la formula dell’orario ridotto “piace” in particolare alle aziende. Secondo il Forum Disuguaglianze, un'attività su dieci assume oltre il 70% dei dipendenti a tempo parziale. Lo studio calcola come in 8 imprese su 10 l'incidenza delle lavoratrici part-time superi la metà dei dipendenti totali
- Le aziende che in Italia propongono contratti a orario ridotto trascurando la qualità del lavoro sono localizzate in prevalenza al Sud e nelle Isole
- Il part-time “involontario” investe in misura maggiore i lavoratori giovani, stranieri e con un basso titolo di studio. A livello contrattuale il fenomeno si verifica di più nel caso di contratti a tempo determinato: nel 23% dei casi
- Negli anni il numero del part-time in Italia si è avvicinato alla media europea (18,5%) ma i connazionali lo accettano più spesso per mancanza di alternative. Per il gruppo di lavoro del Forum Disuguglianze, per cambiare rotta bisognerebbe rafforzare la contrattazione, le forme di denuncia e i controlli