Direttiva case green, come potranno cambiare le nostre abitazioni entro il 2030
Gli interventi che l'Italia dovrà realizzare per soddisfare i target stabiliti dall'Ue saranno simili a quelli del Superbonus: la sostituzione di finestre e porte con modelli energicamente più efficienti, la realizzazione del cappotto termico, l'addio alle vecchie caldaie e il rimpiazzo con quelle nuove a condensazione. Ma c'è la questione dei costi
- Lo scorso marzo il Parlamento europeo ha adottato la direttiva sull'Efficienza energetica degli edifici (Epbd) con l'obiettivo di ridurre progressivamente le emissioni di gas serra e i consumi energetici nel settore edilizio entro il 2030 e arrivare alla neutralità climatica entro il 2050. Una sfida per tutti i Paesi Ue e anche per l'Italia, che dovrà ammodernare il proprio parco immobiliare (con i relativi costi)
- Anzitutto, per quanto riguarda gli edifici residenziali, i Paesi membri dovranno adottare misure per garantire una riduzione media del consumo di energia utilizzata di almeno il 16% entro il 2030 e di almeno il 20-22% entro il 2035
- In base alla nuova direttiva, gli Stati membri dovranno inoltre ristrutturare il 16% degli edifici non residenziali con le peggiori prestazioni entro il 2030 e il 26% entro il 2033, introducendo requisiti minimi di prestazione energetica
- Ma non è finita qui. Se tecnicamente ed economicamente fattibile, i Paesi Ue dovranno garantire l'installazione progressiva di impianti solari negli edifici pubblici e non residenziali, in funzione delle loro dimensioni, e in tutti i nuovi edifici residenziali entro il 2030
- Come tutti i Paesi membri, anche l'Italia dovrà presentare il proprio piano per soddisfare le richieste dell'Ue. I lavori per ridurre i consumi e rendere più efficienti i vecchi edifici "saranno più o meno gli stessi del Superbonus", scrive Il Corriere della Sera
- Il piano - spiega ancora il quotidiano - potrebbe includere la sostituzione delle finestre e delle porte con modelli energicamente più efficienti, la realizzazione del cappotto termico, l'addio alle vecchie caldaie e il rimpiazzo con quelle nuove a condensazione o pompe di calore. E i costi? Dipenderanno certamente dalle caratteristiche dell'edificio, tra cui la dimensione
- Secondo Fillea-Cgil, le ristrutturazioni coinvolgeranno "il 15% degli immobili in classe F e G entro il 2030 e il 26% degli edifici di classe energetica più bassa entro il 2033". In sostanza, spiega Il Corriere della Sera, si dovranno riqualificare in pochi anni circa 5 milioni di edifici
- La spesa complessiva per adattarsi ai target stabiliti dall'Ue potrebbe essere di circa 270 miliardi, secondo una stima del Centro studi di Unimpresa citata dal quotidiano di via Solferino. In sostanza, si dovranno spendere dai 20mila ai 60mila euro per immobile
- L'obiettivo finale dell'Ue è arrivare ad avere un patrimonio immobiliare a zero emissioni entro il 2050. Ma già a partire dal 2028 (ossia tra quattro anni) tutti i nuovi edifici occupati o di proprietà delle autorità pubbliche dovranno essere a emissioni zero, e così anche tutti i nuovi edifici residenziali dal 2030
- La nuova normativa non si applica agli edifici agricoli e agli edifici storici. I Paesi membri possono anche decidere di escludere gli edifici protetti per il particolare valore architettonico o storico, gli edifici temporanei, le chiese e i luoghi di culto