Partita Iva, i dipendenti pubblici possono aprirla per altre attività? Ecco cosa sapere
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Solo in pochissimi casi è permesso alle impiegate e agli impiegati nella pubblica amministrazione di avere la partita Iva. I dipendenti pubblici, infatti, non possono svolgere attività lavorative parallele al lavoro nella pubblica amministrazione e questa regola vale anche durante i periodi di aspettativa e se il contratto è a tempo determinato. Ci sono, però, delle eccezioni
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- Rispetto ai dipendenti privati, che nella maggior parte dei casi non hanno grossi problemi ad aprire una partita Iva, per i dipendenti pubblici la questione è più complicata. Solo in pochissimi casi, infatti, è permesso alle impiegate e agli impiegati nella pubblica amministrazione di avere la partita Iva
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- Il motivo per cui esistono limitazioni e paletti per i dipendenti pubblici che vogliono aprire la partita Iva è che per i dipendenti della pubblica amministrazione esiste l’obbligo di esclusiva rispetto alle prestazioni lavorative. Obbligo che non decade neppure quando vengono concessi periodi di aspettativa
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- Ma cos’è la partita Iva? Come spiega l’Agenzia delle Entrate, che la rilascia, si tratta di “un codice di 11 cifre che identifica univocamente gli operatori che intendono svolgere un'attività economica nel territorio dello Stato”. Questo codice identificativo, che può essere attribuito alle società o alle persone fisiche, serve a chi svolge un'attività di impresa o di lavoro autonomo. È utilizzato per scopi fiscali e amministrativi: serve per la dichiarazione dei redditi, per pagare le tasse, per emettere e ricevere fatture, ecc…
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- Tornando ai dipendenti pubblici, in linea generale non possono aprire una partita Iva e quindi avviare attività in proprio: non possono svolgere, infatti, attività lavorative parallele al lavoro nella pubblica amministrazione. Questa regola vale anche durante i periodi di aspettativa e se il contratto è a tempo determinato
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- Questa regola generale ha pochissime eccezioni. I dipendenti pubblici, infatti, possono aprire la partita Iva solo se svolgono mansioni che lasciano loro tempo sufficiente per un’altra attività, senza che questa abbia impatti negativi sul loro impiego nella pubblica amministrazione
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- In particolare, rientrano nelle eccezioni due categorie di lavoratori pubblici: i dipendenti pubblici part-time (quindi a 18 ore) e gli insegnanti. In realtà è possibile che, in casi particolari, il permesso di svolgere altre attività - e quindi aprire la partita Iva - venga accordato anche ai dipendenti pubblici a tempo pieno. In ogni caso, è sempre necessario chiedere un’autorizzazione all’amministrazione di riferimento. E ci sono una serie di attività da libero professionista, che variano a seconda del lavoro nella Pa, che non è possibile svolgere
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- Tra i dipendenti pubblici che possono aprire la partita Iva, quindi, ci sono gli insegnanti. Tuttavia, possono svolgere solo alcune attività. È vietato, ad esempio, svolgere attività di tipo imprenditoriale (commercio e industria). Non possono nemmeno esserne soci, a meno che la responsabilità del socio sia limitata per legge o per atto costitutivo della società. Possono quindi possedere azioni di una Società per azioni o essere parte di una Società a responsabilità limitata
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- Gli insegnanti, quindi, non possono svolgere alcune attività che potrebbero interferire con quella svolta per la Pa. Possono, però, svolgere attività di tipo professionale. In ogni caso, queste attività devono essere approvate in modo preventivo dal dirigente scolastico, che deve verificarne la compatibilità con gli orari di insegnamento e gli impegni del docente. Il dirigente scolastico può, nel caso in cui ritenga l’attività incompatibile, rifiutarsi di dare il permesso all’insegnante
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- Altra eccezione riguarda i dipendenti pubblici che lavorano con contratto part-time: possono aprire la partita Iva, ma solo a patto che il part-time abbia un orario inferiore almeno del 50% rispetto a quello previsto per il tempo pieno (quindi non superi le 18 ore settimanali). Anche in questo caso ci sono delle attività non permesse. E anche in questo caso è necessario chiedere l’autorizzazione all’amministrazione: dovrà verificare la compatibilità di attività e orari e assicurarsi che non interferiscano con il lavoro e gli interessi della Pa
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- Ci sono poi dei casi particolari in cui un dipendente pubblico può aprire la partita Iva anche se non rientra nelle due categorie. Deve però chiedere e ottenere un permesso speciale dalla sua amministrazione, che può essere concesso solo se: l’attività si svolge fuori dall’orario di ufficio; non c’è conflitto di interessi; è un incarico temporaneo che non interferisce con l’attività della Pa. L’alternativa, sempre con il permesso dell’amministrazione, è di non aprire la partita Iva ma utilizzare la ritenuta d’acconto della prestazione occasionale