Contratti lavoratori, rinnovi più sostanziosi con l’inflazione: gli importi
I bancari si sono visti riconoscere 435 euro in più al mese, oltre agli arretrati. Anche nel settore del commercio, dell’alimentare e della vigilanza le cifre sono salite, con importi che vanno dai 140 ai 280 euro mensili
- Sono stati numerosi i rinnovi di contratto nazionali a cui si è assistito negli ultimi mesi: a unire tutti i rinnovi è stata la questione salariale e l’aver concentrato una parte importante dei negoziati proprio sull’aumento economico. Come evidenzia Il Sole 24 Ore, l’inflazione e il dibattito sul salario minimo hanno fatto riprendere slancio alla rappresentanza datoriale e sindacale
- Le ultime rilevazioni Istat parlano di un rimbalzo nel mese di marzo, quando, secondo le stime preliminari, il dato tendenziale annuo è stato del +1,3%, rispetto al +0,8% di febbraio e al + 0,6% di gennaio. Un’accelerazione che ha portato ad un considerevole aumento delle contrattazioni in tutte le categorie, dai bancari al commercio fino al settore moda
- Il record è sicuramente quello raggiunto dai bancari Abi, che hanno sfruttato l’onda dei maxi-utili delle banche per farsi riconoscere un aumento mensile per il livello medio di riferimento di 435 euro, oltre agli arretrati. L’accordo raggiunto da Fabi, First, Fisac, Uilca e Unisin con Abi a novembre del 2023 ha previsto la corresponsione degli arretrati per il periodo luglio-novembre di quell’anno, ma anche il ripristino pieno della base di calcolo del trattamento di fine rapporto a partire da luglio del 2023
- Se l’aumento di 435 euro sarà corrisposto in 4 tranche, va però detto che la prima, arrivata in dicembre, è stata di 250 euro, quasi il 60% dell’aumento complessivo. La seconda tranche di 100 euro arriverà a settembre di quest’anno, poi 50 euro a giugno del 2025 e 35 euro a marzo del 2026
- L’ultimo accordo siglato che ha fatto da apripista nel grande settore del terziario è stato quello di Confcommercio e Confesercenti con Filcams, Fisascat e Uiltucs che ha riguardato tre milioni di lavoratori: dopo 4 anni l’intesa ha portato a un aumento di 240 euro oltre a 350 euro di una tantum. La prima tranche di 70 euro arriverà nella busta paga di aprile e si aggiungerà ai 30 euro definiti con l’accordo ponte del 2022. Per il livello medio di riferimento (quarto) il montante complessivo arriverà a superare i 7mila euro
- Stesso copione per la distribuzione cooperativa che ha raggiunto l’accordo poco dopo, come ha evidenziato Il Sole 24 Ore, mentre manca ancora all’appello la grande distribuzione dove è saltato l’accordo e Federdistribuzione ha deciso di andare avanti dando in maniera unilaterale una prima tranche di aumento di 70 euro, con l’auspicio che ci possa tornare velocemente al tavolo per trovare l’accordo
- A pochi mesi dalla scadenza del contratto, i 400mila lavoratori dell’industria alimentare hanno invece avuto un aumento di 280 euro a cui si è accompagnato anche un sostanziale miglioramento del welfare sanitario e previdenziale, oltra a una piccola riduzione oraria. La durata del contratto sarà quadriennale con decorrenza dal 1°dicembre 2023 al 30 novembre 2027 e la distribuzione delle tranche di aumento ha fatto sì che nei primi 14 mesi di vigenza dell’accordo i lavoratori possano recuperare 170 euro, il 60% dell’intero aumento
- Come funziona? L’intesa prevede infatti che da dicembre 2023 arrivino 55 euro di incremento aggiuntivo della retribuzione, il cosiddetto Iar, oltre a 20 euro sul trattamento economico minimo. Poi da settembre altri 35 euro, da gennaio 2025 60 euro e da gennaio 2026 60 euro. A gennaio 2027 arriveranno 39 euro sul Tem e da settembre 2027 altri 11 euro dello Iar. Il montante complessivo di questo contratto supererebbe i 10mila euro
- Uno dei settori più interessato è stato quello la vigilanza che dà lavoro a oltre 100mila persone. Come sottolinea Il Sole 24 Ore, l’intesa è stata raggiunta su un doppio accordo sindacale sul contratto: il primo nel maggio del 2023, quando le parti hanno concordato un aumento di 140 euro per il livello medio di riferimento, oltre a una tantum di 400 euro. L’accordo è poi stato aggiornato lo scorso febbraio, portando a 250 euro l’aumento totale per le guardie armate e a 350 euro quello per il livello medio dei servizi fiduciari
- Nei mesi scorsi per i 200mila addetti del legno arredo è arrivato invece un aumento di 124,71 euro sui minimi che portano l’aumento dell’ultimo contratto a 260 euro. A questa cifra andrà poi aggiunto un ulteriore conguaglio, previsto per gennaio 2025 con cui verrà definito il totale dell’aumento, dato il meccanismo di conguaglio ex post utilizzato nel settore
- Nella galassia moda i contratti rinnovati sono l’occhialeria, la pelletteria e la concia, mentre sono state avviate le trattative per il rinnovo delle industrie calzaturiere e si aspetta la piattaforma rivendicative dell’industria del tessile abbigliamento. Nell’occhialeria, l’accordo è stato siglato quasi un anno fa: ai 18mila lavoratori è stato accordato un aumento di 180 euro sul trattamento economico complessivo, di cui 167 euro sui minimi, per il triennio 2023-2025, con un montante calcolato sulla vigenza del contratto di oltre 4mila euro
- I 56mila lavoratori della pelletteria hanno invece avuto un aumento complessivo al livello medio di 200 euro, di cui 180 sui minimi che verranno corrisposti in 3 tranches: 60 euro sono stati corrisposti a dicembre del 2023, altrettanti verranno corrisposti a dicembre del 2024 e del 2025, per un montante retribuito di più di 3.200 euro
- Nella concia l’intesa tra Unic e Filctem, Femca e Uiltec, che riguarda 23mila lavoratori, ha stabilito un aumento di 196 euro sul Tem e 191 euro sui minimi, suddivisi in tre tranche, di cui la prima sarà la più consistente, vicina quasi alla metà che è stata corrisposta a partire da marzo e prevede un adeguamento di 96 euro. Poi a gennaio del 2025 ne arriveranno altri 55 e a gennaio del 2026 ulteriori 40. In questo caso il montante supera i 4mila euro
- L’industria chimica e la farmaceutica hanno rinnovato il contratto dei loro 200mila addetti nel 2022, quando le parti hanno trovato l’intesa su un aumento di 204 euro per il periodo che va dal primo luglio del 2022 al 30 giugno del 2025, suddiviso in 5 tranche. La prima di 50 euro corrisposta subito a luglio del 2022, la seconda di 30 a gennaio del 2023, la terza di 36 a luglio del 2023. Da aggiungere anche una tranche a luglio di quest’anno di 68 euro ed una di 20 euro a giugno del 2025, per un montante complessivo di circa 4.750 euro