Plastica addio, bonus fino a 10mila euro per le aziende che scelgono prodotti green
In arrivo un credito d'imposta al 20% sulle spese per l'acquisto di oggetti riutilizzabili, biodegradabili o compostabili, specie quelli "destinati ad entrare a contatto con gli alimenti" come cannucce, piatti, posate, contenitori e tappi. Ecco come richiederlo
- Per le imprese che dicono addio alla plastica monouso (a partire da quella per alimenti) e che scelgono prodotti riutilizzabili, biodegradabili o compostabili, sta per arrivare un credito d'imposta al 20%, pari a un bonus fino a 10mila euro
- Il contributo, previsto dal nuovo decreto Sostenibilità, è per la copertura delle spese mantenute e certificate dal 15 gennaio 2022 al 31 dicembre 2024. Ma come mai non vengono calcolati i primi giorni del 2022?
- Per capirlo serve fare un passo indietro. Come spiega il Sole 24 Ore, tale decreto interministeriale - che coinvolge i dicasteri di Economia, Ambiente e Made in Italy - dà attuazione al tax credit anti-plastica già previsto all'articolo 4 del decreto legislativo n. 196/2021, che recepì la direttiva europea sull'impatto dei prodotti di plastica sull'ambiente
- Ebbene, quel decreto legislativo entrò in vigore il 14 gennaio 2022. Dunque, spiega il quotidiano economico, nel contributo potranno essere conteggiate solo le spese effettuate a partire dal giorno dopo l'entrata in vigore della norma, e dunque dal 15 gennaio 2022
- Come detto, il credito d'imposta al 20% - nel limite massimo di 10mila euro - vale per le imprese che acquistano prodotti alternativi a quelli in plastica monouso. Ma quali sono, nello specifico, i prodotti che rientrano nel bonus?
- La lista di tutti i prodotti realizzati con materiali riutilizzabili, biodegradabili o compostabili che rientrano nell'incentivo è consultabile nelle parti A e B dell'allegato al decreto legislativo del 2021. Verrà data priorità assoluta alle spese sostenute per l'acquisto di prodotti "destinati ad entrare a contatto con gli alimenti", ossia cannucce, piatti, posate, tazze, bicchieri, contenitori, coperchi e tappi
- Verranno invece escluse le spese per l'acquisto di prodotti non utilizzati internamente dall'azienda ma destinati alla rivendita. E se avanzeranno risorse, entreranno a far parte dell'incentivo anche cotton fioc e aste per i palloncini
- Come sottolinea il Sole 24 Ore, la norma è al momento al vaglio della Corte dei conti. Una volta ottenuto il via libera, verrà pubblicata in Gazzetta ufficiale. Solo allora, per chiedere il contributo le aziende dovranno produrre un'autocertificazione sulle spese, che potrà essere firmata dal presidente del collegio sindacale, da un revisore legale o da un professionista abilitato
- Oltre a questo documento, in cui bisognerà specificare che i prodotti sono stati effettivamente utilizzati, sarà necessario allegare la certificazione che i prodotti acquistati siano "riutilizzabili o realizzati in materiale biodegradabile e/o compostabile" come definito "dalla normativa Uni En 13432:2002"
- Ultimo step è la trasmissione di tutto questo materiale attraverso un'istanza telematica. Lo sportello, secondo quanto scrive il Sole 24 Ore, sarà gestito da Invitalia
- Una volta accolta la domanda, il contributo sarà concesso in forma di credito d'imposta da utilizzare in compensazione. L'erogazione avverrà nei limiti delle risorse stanziate dal governo, che sono pari a 9 milioni di euro per il triennio 2022-2023-2024 (e dunque 3 milioni di euro all'anno)