Spread Btp-Bund ai minimi, chi ci guadagna e chi ci rimette: cosa sapere per chi investe
Da mesi il differenziale tra i titoli di Stato italiani e quelli tedeschi è sempre più basso, un fenomeno presente anche in altri Paesi europei. Questo comporta un vantaggio per gli investitori, che ottengono una remunerazione molto più generosa investendo sui titoli italiani, ma il Tesoro continua a farsi carico di un costo medio del finanziamento molto alto. A trarre vantaggio da questo andamento sono anche i titoli azionari, comprati in misura maggiore e a prezzi più alti
- Prima 149 punti base, poi 133. Il differenziale tra btp e bund tedeschi sta segnando un incredibile miglioramento degli ultimi mesi, dopo gli oltre 200 punti di qualche mese fa. Una tendenza però che si nota anche in altri Paesi da inizio 2024
- Infatti, negli ultimi mesi le diminuzioni sono state di 6 punti per la Francia (adesso il differenziale di rendimento tra gli Oat di Parigi e il Bund 10 anni è di 47 punti), di -11 per la Spagna (spread a 85 punti) e di -10 per il Portogallo (ora a 65 punti)
- Tra questi si distinguono in modo netto i titoli greci, che ormai sono ampiamente sotto il rendimento delle obbligazioni governative italiane. Con un calo di 6 punti da inizio anno, fino a uno spread di 99 punti contro il Bund i titoli decennali greci offrono un rendimento del 3,3% circa, 40 centesimi al di sotto dei Btp italiani
- Come spiega Il Corriere della Sera, la tendenza alla convergenza degli spread verso il valore di rendimento del Bund tedesco è un fenomeno generalizzato, legato alla fiducia dei mercati che la crisi dei debiti sovrani sia sostanzialmente (e forse definitivamente) superata
- Questo nuovo scenario, peraltro, è vantaggioso per tutti. Innanzitutto, per i risparmiatori che con il calo dello spread in cinque mesi hanno realizzato sui titoli decennali italiani già emessi un guadagno in conto capitale di circa il 4-5%. Si calcola infatti che per ogni punto di rendimento in meno di un bond decennale a tasso fisso, il valore capitale del titolo, cioè le le quotazioni sul mercato secondario, sale di circa 7 punti percentuali
- Con un rendimento al 3,71% i risparmiatori, italiani e non, che sottoscrivono Btp, ottengono una remunerazione molto più generosa che investendo sulle emissioni di altri Stati che aderiscono all’euro. Il vantaggio è dell’1,4% in più circa, rispetto alla Germania, l’1% in più rispetto alla Francia e ben 40 centesimi in più rispetto alla Grecia
- Anche il Tesoro italiano per collocare i suoi titoli risparmia certamente molto (circa mezzo punto) rispetto ai collocamenti di novembre 2023, ma mantiene un costo medio di finanziamento del debito tuttora molto elevato, pari al 3,53% a gennaio e al 3,62%, quindi in aumento, a febbraio
- Questo chiaramente ha degli effetti anche in Borsa: infatti, chi investe sul mercato azionario pretende un "premio di rendimento" rispetto alla remunerazione delle attività considerate a rischio zero (i titoli di Stato), che può variare, a seconda dei momenti, dal 4 al 6%. Se i Btp mi danno il 4% io che investo in Borsa voglio guadagnare almeno l’8%, o di più. Se i titoli di Stato puntano però verso un rendimento del 3%, ecco che posso accontentarmi di un rendimento azionario più basso, anche del 7%
- Cosa significa questo? Gli investitori vedranno con maggiore interesse i profitti che realizzano le imprese, che dipendono soprattutto dalle condizioni di crescita del Pil e dal livello dei tassi di interesse e saranno più attraenti, venendo così comprati in misura maggiore e a prezzi più alti. Ecco, dunque, che un calo degli spread, che altro non vuol dire che una diminuzione dei rendimenti delle obbligazioni, gioca a favore anche del mercato azionario
- Anche per questo Piazza Affari nel 2023 ha realizzato un overperformance dell’indice Ftse Mib del 28%. Un dato che sembra ben avviato anche nel 2024, con un rialzo da gennaio che già supera l’8%