Lavoro e gender pay gap, le donne guadagnano il 10% in meno degli uomini. I dati
Nel 2023 gli stipendi degli italiani sono cresciuti del 3,7% ma persiste un 10% di differenza tra la retribuzione delle lavoratrici e quella dei loro colleghi. A ciò si aggiungono anche i dati relativi all’occupazione e all’inattività femminile, che vedono l’Italia indietro rispetto all’Europa
- Crescono gli stipendi degli italiani ma resta costante il gender pay gap, ovvero la differenza di salario tra uomini e donne. A inquadrare il fenomeno è l’indagine retributiva periodica di Odm Consulting, società di consulenza Hr di Gi Group Holding, pubblicata sul Corriere della Sera
- Un grande peso sul potere d’acquisto degli italiani è determinato ancora dall’inflazione, che cresce più delle retribuzioni, salite nei primi 9 mesi del 2023 del +3,7 % rispetto al 2022 (nell’anno precedente il trend di crescita era del 2,8%)
- Ad aggravare la condizione femminile ci sono stipendi mediamente più bassi. Dal punto di vista della retribuzione, il gap di genere si attesta al 10,7%, in linea rispetto all’anno scorso ed è evidente se pensiamo che un’operaia prende circa 25.600 euro lordi l’anno, contro i 26.400 del collega uomo. Una differenza che diventa più marcata tra i dirigenti, dove arriva a essere del 12,9%, mentre tra i quadri è solo del 5,9%
- Da Odm Consulting ricordano poi i recenti dati Eurostat riferiti al 2023: in Italia il tasso di occupazione delle donne tra i 15 e i 64 anni è pari al 51,1%, sotto la media europea che si attesta al 64,9%, mentre siamo sopra alla media Ue del 30%, per tasso di inattività femminile che per l’Italia è al 43,6%
- Qualche passo avanti però è stato fatto: ad esempio all’interno dei cda la presenza di donne è cresciuta arrivando al 43%, ma meno del 5% di queste ricopre ruoli esecutivi e solo il 2% è amministratrice delegata
- A queste questioni si propone di rispondere la nuova Certificazione della Parità di Genere (UNI/PdR 125:2022), ossia un'attestazione a valore nazionale e validità triennale che le imprese possono richiedere su base volontaria: viene loro riconosciuta a condizione che dimostrino di aver fatto proprio il paradigma della Parità di Genere nella loro cultura, strategia e piani di azione al fine di ridurre al proprio interno le disuguaglianze uomo-donna
- A pesare, ovviamente, non è soltanto il genere. Sulla retribuzione base incidono anche dimensione aziendale, area territoriale e settore, in modo diverso per ciascun inquadramento
- Diverso invece l’impatto del settore (Commercio, Industria, Finanza, Servizi) per ciascun inquadramento. Nel caso dei dirigenti è il settore della Finanza a vedere lo scostamento positivo maggiore della Rba (+15% rispetto alla media), seguito dal settore Commercio (+4%). Le retribuzioni base nel comparto Industria restano in linea alla media generale, mentre i Servizi vedono uno scostamento negativo del -8%.
- Per quanto riguarda i Quadri, le retribuzioni nella Finanza sono allineate alla media, mentre è sotto la media la RBA nei Servizi (-6,6%). Sopra la media, invece, i settori Commercio (+7,6%) e Industria (+5,6%). I settori Finanza e Industria sono quelli che vedono le retribuzioni più alte per gli Impiegati (rispettivamente +12% e +8% rispetto alla media) mentre Servizi e Commercio quelle più basse (rispettivamente -7,6% e -6,8%)
- Infine, per quanto riguarda gli operai, le retribuzioni sono più elevate nell’Industria (+4,1% rispetto alle media generale) e inferiori nel Commercio (-5,9%)