Incentivi auto, i bonus statali rischiano di slittare da marzo ad aprile: cosa sappiamo
Secondo alcune indiscrezioni, i mancati arrivi dei pareri tecnici dei ministeri di Economia, Ambiente e Infrastrutture sarebbero all’origine del ritardo degli incentivi auto, già annunciati dal ministro del Made in Italy Adolfo Urso ma non ancora presentati in Consiglio dei ministri per l’approvazione finale. È perciò probabile che slittino di alcune settimane, con le inevitabili tensioni dei concessionari e un rallentamento delle vendite condizionate da una generale incertezza
- Rischiano di allungarsi i tempi per il nuovo programma di ecoincentivi auto presentato il primo febbraio dal ministro del Made in Italy Adolfo Urso e che, nelle intenzioni, doveva entrare in vigore entro marzo. Il percorso del provvedimento sarebbe stato rallentato da alcuni ritardi burocratici
- A quanto si apprende, il Ministero delle imprese non avrebbe ancora ricevuto i pareri tecnici da parte dei ministeri di Economia, Ambiente e anche Infrastrutture, tutti coinvolti direttamente in un provvedimento collegiale che, al momento, non è stato ancora presentato in Consiglio dei ministri per l’approvazione finale
- A questa vanno aggiunti poi alcuni ulteriori passaggi costituiti dal vaglio da parte della Corte dei conti, che può richiedere fino a 30 giorni, ai quali vanno aggiunti quelli necessari per aggiornare la piattaforma di prenotazione online degli incentivi, che può richiedere fino a una settimana. Questo significa che il risultato finale, con i nuovi Ecobonus auto 2024, potrebbe vedere la luce dopo la metà di aprile, con le inevitabili tensioni dei concessionari e un rallentamento delle vendite in un clima di incertezza
- Ma cosa sappiamo attualmente sul bonus auto? Le tre fasce di emissioni dovrebbero essere confermate così come i limiti di prezzo di listino delle auto nuove, a cui si aggiungono il rifinanziamento dei fondi già previsti per il 2024 con i circa 290 milioni di euro avanzati nel 2022 e l’irrobustimento dei singoli contributi statali, che saranno parametrati anche sulla base della classe Euro della macchina da rottamare (con un extra bonus, ma solo nelle prime due fasce, del 25% per le persone con Isee familiare inferiore a 30 mila euro)
- L’architettura degli incentivi continuerà a basarsi sulle emissioni di CO2 dell’auto che si acquisterà. Previste tre fasce: 0-20 g/km, alla quale appartengono tutte le macchine elettriche più tre versioni di due modelli; 21-60 g/km, alla quale appartengono solo macchine ibride plug-in, ossia vetture con doppia alimentazione, termica ed elettrica, con una piccola batteria di trazione ricaricabile dall’esterno ma dall’autonomia limitata, quando la vettura marcia in solo elettrico, a poche decine di chilometri in solo elettrico
- C’è poi un’altra fascia, quella da 61-135 g/km, alla quale appartengono macchine con motore termico (a benzina, gasolio e gas) e ibrido (full e mild), prevalentemente dei segmenti A (citycar), B (utilitarie) e C (compatte), anche se non manca qualche versione del segmento D, di un po’ tutte le carrozzerie; berline, Suv, monovolume e multispazio
- I bonus statali andranno da un minimo di 1500 euro sulle auto con una fascia di emissioni 61-135 g/km, relativa alle auto termiche e ibride prevalentemente dei segmenti A, B e C con rottamazione obbligatoria di una vettura Euro 4, a un massimo di 13.750 euro per l’acquisto di un’elettrica da parte di un acquirente con Isee familiare inferiore a 30 mila euro e rottamazione di veicolo Euro 0, 1 o 2
- L’ incentivo statale andrà detratto dal prezzo finale, chiavi in mano, e non sostituirà lo sconto che quasi tutte le concessionarie e quasi tutte le Case concedono alla loro clientela. Sia l’incentivo statale che lo sconto devono essere distinti e ben evidenziati fin dal preventivo
- Lo Stato ha messo a disposizione per le autovetture 793 milioni di euro, da cui andrà detratta la parte dei 570 milioni di euro già previsti per il 2024, prenotati al momento dell’entrata in vigore della riforma. Dei 703 milioni, 240 andranno alla prima fascia (detratti quelli che risulteranno prenotati); 150 alla seconda fascia e 403 alla terza, a cui andranno tolti 120 milioni già stanziati e prenotati
- A questo proposito va ricordato come la rottamazione sia obbligatoria per coloro che vogliono acquistare macchine con motore termico e ibrido, con emissioni comprese tra 61 e 135 g/km. La vettura però deve essere intestata all’acquirente di quella nuova o a un familiare ed essere di classe inferiore a Euro 5. Sarà ammessa la rottamazione delle Euro 5 solo con l’acquisto di una vettura delle prime due fasce (0-20 e 21-60 g/km) e potrà accedervi chi ha Isee inferiore a 30 mila euro
- Dalla richiesta del contributo all’inserimento della targa nel processo di immatricolazione dovranno passare massimo 270 giorni, pena la decadenza dell’incentivo. Inoltre, il governo ha confermato il limite massimo di prezzo di listino, Iva esclusa:
- 0-20 g/km: 35 mila euro (equivalenti a 42.700 Iva compresa);
- 21-60 g/km: 45 mila euro (equivalenti 54.900 Iva compresa);
- 61-135 g/km: 35 mila euro (equivalenti a 42.700 Iva compresa)
- Al momento della sottoscrizione del contratto, l’acquirente dovrà firmare una dichiarazione di presa d’atto del requisito del mantenimento della proprietà del veicolo acquistato per almeno 12 mesi. In caso di vendita prima del termine bisognerà restituire il contributo ricevuto. La vettura acquistata con l’incentivo potrà essere intestata anche a una persona diversa di quella a cui era intestata quella da rottamare, purché entrambi i soggetti facciano parte dello stesso nucleo familiare