Dipendenti pubblici, gli aumenti sullo stipendio saranno legati ai risultati: cosa sapere
Come prevede la “direttiva madre” firmata dal ministro Zangrillo, gli aumenti sulla busta paga degli statali dovranno tenere maggiormente conto dei risultati raggiunti da ciascun dipendente, in modo tale da valorizzare il merito individuale. Per i manager, invece, ci saranno obiettivi legati al rispetto dei tempi
- Novità per i dipendenti pubblici: una parte “cospicua” dei fondi stanziati dal governo per il rinnovo dei contratti dei pubblici dipendenti d’ora in avanti sarà riservata agli “istituti collegati alla produttività”. Una notizia importante, perché significa che i prossimi aumenti di stipendio degli statali dovranno tenere maggiormente conto dei risultati raggiunti da ciascun dipendente e non entreranno nel cosiddetto “tabellare”, cioè la parte di retribuzione destinata a tutti
- La novità emerge dalla cosiddetta “direttiva madre”, cioè l’atto firmato dal ministro della Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo che porterà alla convocazione dei tavoli tra l’Aran, l’Agenzia che tratta per il governo, e i sindacati
- La direttiva madre, che ha il compito di dettare le linee guida del governo che il presidente dell’Aran, Antonio Naddeo, dovrà seguire, ha appena ottenuto il bollino del ministero dell’Economia. Un passaggio necessario, al fine di “certificare” le risorse disponibili per rinnovare i contratti e per gli aumenti di stipendio
- Per l’intero settore pubblico, i fondi stanziati ammontano complessivamente a 9,95 miliardi di euro, di cui 5,5 sono destinati al “settore Stato”, che comprende i ministeri, le agenzie fiscali e gli enti non economici come Inps e Inail. Poi ci sono altri 4,45 miliardi riservati invece ai settori non statali, come la Sanità (che dipende dalle Regioni) e gli enti locali, che dovranno finanziare gli aumenti con risorse proprie
- La direttiva firmata da Zangrillo punta molto sulla valutazione dei dipendenti sia per quanto riguarda il pagamento del salario accessorio (cioè i premi), sia per le progressioni economiche (ovverosia gli scatti). L’intenzione è quella di valorizzare il più possibile il merito, specie quello individuale, da sempre il più bistrattato all’interno della Pubblica amministrazione
- Come emerge dalla direttiva, l’intenzione è quella di evitare che tutti i dipendenti ottengano il massimo dei voti e quindi di distribuire i premi a pioggia, come accade oggi nella maggior parte delle amministrazioni. Come spiega la direttiva, “sarà necessario garantire che alla differenziazione dei giudizi valutativi corrisponda una effettiva diversificazione dei trattamenti economici correlati”
- Nel caso in cui non si dovessero effettivamente riuscire a premiare i migliori, ci saranno, secondo Zangrillo, dei “seri rischi da un punto di vista organizzativo", con un "impatto negativo sulla motivazione dei dipendenti”. Premiare i migliori non vuol dire solo gratificarli con il salario accessorio, ma anche dare loro una corsia preferenziale anche nelle progressioni economiche, quegli scatti di stipendio che fino ad oggi hanno spesso premiato più l’anzianità che il merito
- Per i dirigenti poi, come previsto dalla legge, la quota di stipendio legata ai risultati dovrà arrivare fino al 30 per cento. Inoltre, nella direttiva madre viene ribadito quanto già previsto nel decreto-legge 13 del 2023, cioè che andranno inseriti gli obiettivi legati al rispetto dei tempi: 30 giorni per le amministrazioni statali e locali e 60 giorni per la sanità
- Quali saranno i prossimi passaggi? Dopo la “direttiva madre” dovranno essere scritti e trasmessi gli atti per ognuno dei quattro comparti (più la difesa e la sicurezza) in cui è divisa la pubblica amministrazione: funzioni centrali, funzioni locali, sanità e istruzione. Generalmente le trattative partono dal comparto dei ministeri, le funzioni centrali. Ma questa volta, come ha già annunciato il ministro Zangrillo, l’iter sarà invertito
- Il primo a partire sarà il comparto della Sanità, che ieri ha firmato il contratto del 2019-2021: porterà aumenti medi di 250 euro e arretrati fino a 11 mila euro. I negoziati con infermieri e medici proseguiranno senza soluzione di continuità tra un contratto e l’altro. Parallelamente dovrebbero essere avviate le trattative per il comparto degli enti locali e, a febbraio, quelle per la sicurezza e la difesa