Mutui, conviene di più il tasso fisso o variabile? Le stime per gennaio 2024
Se dovesse effettivamente concretizzarsi la possibilità di un taglio del costo del denaro da parte della Bce, i tassi variabili potrebbero tornare a essere più convenienti rispetto ai fissi. Per chi ha già contratto un prestito e si pente di non aver aspettato di più, c’è sempre l’istituto della surroga, che permette la rinegoziazione
- Dopo l’anno più difficile per i tassi variabili, arrivati a misurare oltre 1,5 punti in più rispetto ai fissi, la stretta monetaria della Bce sembra essere sul punto di finire, con i tassi che sono destinati a calare. Se prima la scelta del tasso fisso ha riguardato il 90% di chi ha acceso un mutuo, le previsioni favorevoli sul ridimensionamento dei tassi riaprono nuovamente la questione circa la scelta più giusta da fare
- Le prospettive non sono semplici da decifrare: optare per un tasso fisso o un tasso variabile implica fare previsioni che tengano conto delle prospettive di reddito, oltre che del tipo di mutuo che si sceglie. Attualmente le aspettative sulla base dei contratti futures vedono scontare l’Euribor al 2,3% a fine 2024 e al 2% a fine 2025, con un taglio di 150 punti base nel prossimo anno
- Come sappiamo, un mutuo a tasso fisso consente di avere la certezza di pagare la stessa rata per l’intera durata del mutuo, senza pensieri o sorprese; un tasso variabile comporta che ci si assuma del rischio e si sia pronti ad affrontare anche periodi come quelli appena passati, con valori dei tassi alle stelle e una rata che può crescere in maniera consistente. Allo stesso modo, però, si potrà anche beneficiare del calo della rata nei periodi di ribasso dei tassi
- Ricordiamo che il taglio da parte della Banca centrale europea di 50 punti base su un mutuo di 200mila euro a 30 anni vuol dire quasi 60 euro in meno al mese, e così via proporzionalmente: un taglio di 150 punti base ridurrebbe la rata di quasi 180 euro al mese
- Ci sono poi differenze negli importi tra gli istituti. Come rileva Mutuionline.it, se consideriamo un mutuo di 100mila euro a 30 anni per comprare un immobile di 200mila euro a Milano, la rata che offre Banca Sella è di 518,64 euro (con un TAN del 4,70% e un TAEG del 4,96%)
- Leggermente più alta la rata di Intesa Sanpaolo, che alle stesse condizioni di Banca Sella propone una rata di 552,20 euro (con un TAN di 5,25% e un TAEG di 5,60%)
- Ma le aspettative sul personale stile di vita e sulle condizioni economiche non sono l’unica variabile che interviene nella scelta tra un tasso fisso e uno variabile. L’altro elemento che dovrebbe condizionare la scelta del tasso è anche l’entità della somma presa a prestito e la durata dell’ammortamento. Se si tratta di una somma importante, con una rata alta, un aumento rischia di diventare pesante a fine mese
- Al momento le offerte migliori si trovano ancora per i mutui a tasso fisso, più vantaggiosi di circa 100 euro rispetto ai mutui a tasso variabile, rileva Mutuionline.it. Eppure, se dovesse effettivamente concretizzarsi il taglio del costo del denaro prospettato dalla Bce il vantaggio potrebbe rapidamente azzerarsi e passare a rendere i secondi più vantaggiosi rispetto ai primi
- Ci sono, però, anche altre variabili da considerare, specie se il mutuo serve per finanziare l’acquisto di una casa o la sua ristrutturazione. I tradizionali mutui prima casa e seconda casa sono affiancati dal mutuo green, destinato a coloro che hanno intenzione di comprare un’abitazione ad alta efficienza energetica o di ristrutturare un vecchio immobile migliorandone le prestazioni
- Visto che le condizioni potrebbero essere particolarmente favorevoli nel corso di questo 2024, per chi ha già contratto un mutuo potrebbe essere conveniente la cosiddetta surroga, che permette di rinegoziare presso un altro istituto bancario il prestito contratto, senza costi, che sono tutti a carico della nuova banca