Tante aziende stanno introducendo la settimana lavorativa di quattro giorni, mentre altre hanno detto che non seguiranno lo stesso percorso. Secondo alcuni, tempo e luogo di lavoro perderanno sempre più centralità nel complesso: per questo motivo sarebbe necessario implementare la flessibilità
- Sulla scia di alcune esperienze virtuose europee, anche in Italia si stanno sperimentando alcune prove di riduzione dell’orario di lavoro
- Un esempio, riportato da Il Sole 24Ore, è Lamborghini: ha introdotto una settimana di 4 giorni per gli operai, con una riduzione fino a 31 giornate all’anno in parte coperte dall’azienda e in parte dai lavoratori con permessi retribuiti. Il tutto a parità di stipendio
- Non tutti però sono dello stesso avviso: l’ad di Ducati Claudio Domenicali ha infatti detto che l’azienda da lui diretta non seguirà lo stesso percorso. Al contrario, ha spiegato, questa modalità di lavoro potrebbe “generare un calo di competitività” (in foto Pecco Bagnaia, campione del mondo di MotoGP con la sua Ducati)
- Il Sole riporta le parole di Michele Tiraboschi, ordinario di diritto del lavoro all’università di Modena e Reggio Emilia, secondo cui “il tema della riduzione e della rimodulazione dell’orario di lavoro va inteso come una lente per mettere meglio a fuoco l’intreccio di vari fattori che stanno influenzando il mondo del lavoro e delle imprese”
- Prima di tutto fa riferimento ai progressi tecnologici e all’intelligenza artificiale generativa. È necessario sperimentare soluzioni diverse, “che non si basino su una formula fissa ma che siano adattabili alle esigenze produttive e organizzative di ciascuna realtà”
- Le esperienze internazionali di riduzione dell’orario di lavoro vanno perciò circoscritte come sperimentazioni limitate ad alcuni settori e a poche aziende. Servirebbe, prosegue Il Sole, implementare in generale la flessibilità dell’orario di lavoro
- Il quotidiano economico rimanda al caso della Germania: qui i metalmeccanici hanno ottenuto la possibilità di convertire il proprio premio annuale in ore di lavoro da scalare all’orario normale per chi ha esigenze di cura o formative
- In altri casi, alcune aziende hanno avviato sperimentazioni sulla riduzione dell’orario non concentrate in un unico giorno, ma modulate a seconda delle necessità
- Lo smart working, secondo il docente di diritto del lavoro all’università Bocconi Maurizio Del Conte, sta diventando la via più corretta per ibridare tempo del lavoro e obiettivi misurabili
- “Tempo e luogo del lavoro perderanno progressivamente centralità rispetto a obbiettivi e risultati”, prosegue Del Conte “Se ben costruiti e monitorati, questi nuovi modelli organizzativi potranno contribuire a dare slancio alla produttività che in Italia è inchiodata da quasi tre decenni”