Lavoro, le aziende che stanno adottando la settimana corta in Italia
Da Essilor Luxottica a Intesa San Paolo e Lamborghini, fino alle soluzioni trovate da Lavazza e Rigoni: sono diverse le realtà che stanno adottando una gestione del tempo diversa per i propri dipendenti, in modo da avere più flessibilità
- Il mondo del lavoro sta cambiando e, parte del cambiamento, potrebbe essere dettato, in un futuro non lontano, dalle ore effettive che verranno dedicate alle proprie mansioni. Crescono, infatti, i ragionamenti e le sperimentazioni su una settimana di lavoro più “corta”, con meno giorni lavorati
- Come spiega a Il Sole 24 Ore il responsabile scientifico dell’Osservatorio sullo smart working del Politecnico di Milano, Mariano Corso, “le aspettative delle persone sono cambiate: flessibilità, autonomia, spazio per le proprie passioni, contano oggi quanto la retribuzione e spesso più della sicurezza contrattuale”
- La multinazionale Essilux (EssilorLuxottica) ha pensato a chi, come ha messo in evidenza il direttore delle risorse umane, Piergiorgio Angeli, “il lavoro non può portarselo a casa”. Di qui la scelta di sperimentare una misura come la settimana corta per gli operai, con la possibilità di lavorare per 20 settimane 4 giorni anziché 5, grazie a una copertura della riduzione dell’orario sostenuta in gran parte dall’azienda e in misura minima dai lavoratori, attraverso i permessi individuali retribuiti
- Nei mesi scorsi il gruppo Intesa Sanpaolo si è dotato di un maxipacchetto di flessibilità che include l’orario di ingresso e uscita, lo smart working fino a 120 giorni all’anno (140 in specifiche aree) e la distribuzione dell’orario su 4 giorni anziché 5, come previsto dal contratto dei bancari. Hanno richiesto l’abilitazione circa 28.500 persone
- Prima che nel credito, il pacchetto di flessibilità ha avuto il via libera dal ramo assicurativo del gruppo, Intesa Sanpaolo Vita. E anche in alcune grandi compagnie se ne parla concretamente, come per esempio in Allianz
- È stata firmata, nella notte tra il 4 e il 5 dicembre, l'ipotesi di accordo tra rsu, Fiom, Fim e Automobili Lamborghini sul contratto integrativo aziendale, dopo un anno di trattative. Intesa - sottolineano i sindacati - con cui si ottiene "l'importante traguardo della settimana corta"
- Nei prossimi giorni il testo sarà presentato ai lavoratori dell'azienda e sarà sottoposto al referendum. Nel dettaglio, si prevede la riduzione dell'orario di lavoro, l'aumento del salario annuale, 500 nuove assunzioni, un percorso di miglioramento sugli appalti continuativi del sito, il consolidamento dei diritti e la tutela delle differenze
- La richiesta di rimodulazione dell’orario, così come di una sua riduzione, è finita anche sui tavoli negoziali di diversi contratti nazionali di lavoro. I bancari hanno fatto da apripista a livello nazionale sulla riduzione dell’orario da 37,5 a 37 ore settimanali che in un anno equivalgono a poco meno di 4 giornate di lavoro in meno
- Mentre nel settore alimentare, alla Lavazza l’ultimo integrativo ha introdotto i cosiddetti venerdì brevi da maggio a settembre, con cui i collaboratori del Centro Direzionale beneficiano dell’uscita anticipata, dopo 5 ore di lavoro invece di 8, con l’utilizzo di parte dei riposi individuali previsti dal contratto nazionale. Il primo anno di applicazione è andato molto bene e la sperimentazione continuerà per i prossimi anni di vigenza del contratto integrativo
- Alla Rigoni, invece, la decisione è stata praticamente già presa. Due estati fa, il venerdì breve è stato sperimentato dopo una richiesta nata dall’area finance. E oggi si può lavorare dal lunedì al giovedì 8 ore e mezzo, invece di 8. E poi il venerdì si fa orario continuato fino alle 14. Dal conteggio resta fuori mezz’ora, coperta con un permesso retribuito