Occupazione femminile, le proposte per sostenerla: dal bonus bambini allo zainetto fiscale
In Italia la cura della famiglia - figli o familiari non autosufficienti - rappresenta spesso per le donne una barriera all’ingresso nel mondo del lavoro o alla piena occupazione. Una maggiore inclusione aiuterebbe la crescita economica. Nel report “Il potenziale del lavoro domestico, proposte di intervento”, l’Osservatorio di Nuova Collaborazione del Centro Einaudi ha avanzato delle proposte per migliorare la situazione
- Favorire la regolarizzazione del lavoro domestico andrebbe, in molti casi, a incentivare l’occupazione femminile. In Italia, infatti, la cura della famiglia - figli o familiari non autosufficienti - rappresenta spesso per le donne una barriera all’ingresso nel mondo del lavoro o alla piena occupazione. Una maggiore inclusione aiuterebbe la crescita economica. Nel report Il potenziale del lavoro domestico, proposte di intervento, l’Osservatorio di Nuova Collaborazione del Centro Einaudi ha avanzato delle proposte per migliorare la situazione
- Scorrendo il report, ripreso anche dal Sole 24 Ore, emerge che tra le lavoratrici fuori dalla forza lavoro che non sono impegnate in attività di ricerca, il 53% dice di non cercare lavoro perché impegnata nella cura di familiari o casa. Tra gli uomini si scende all’8%. Gli stessi motivi spingono molte donne all’orario ridotto: il part-time coinvolge il 20% dei lavoratori dipendenti, soprattutto donne (32%) rispetto a uomini (meno dell’8%). Anche in questo caso, spesso per le lavoratrici la scelta è strettamente legata a esigenze di tipo domestico-familiare
- “È fondamentale considerare come le politiche pubbliche possano influenzare positivamente la partecipazione al mercato del lavoro, soprattutto per le donne, attraverso servizi di supporto familiare e incentivi all’occupazione”, si legge. Alla fine, come ricorda il Sole, ci sono 4 proposte per il welfare familiare: “Bonus bambini flessibile per sostenere lavoro e formazione, sistema dinamico di rimborso per i servizi di assistenza, uno ‘zainetto fiscale’ personalizzato, una più marcata defiscalizzazione delle retribuzioni nel settore del lavoro domestico”
- La prima proposta per aumentare la partecipazione al mercato del lavoro è quella di “estendere la fruibilità del bonus in vigore per il pagamento degli asili nido anche all’ambito del lavoro domestico dedicato all’assistenza dei figli” fino a 12 anni. “La possibilità di ricevere il contributo e l’ammontare dello stesso – si legge nel report – dipendono dalla partecipazione al mercato del lavoro da parte dei componenti del nucleo familiare”
- La misura consisterebbe in un assegno mensile erogato dall’Inps e alla domanda dovrebbe essere allegato anche il contratto di lavoro del collaboratore domestico che si occuperà dei bambini. “Il beneficio verrà erogato su base mensile rispetto alle spese sostenute durante il mese precedente. Nello scenario base l’intervento prevede l’erogazione di un contributo che copra il 70% del costo sostenuto dalle famiglie per l’assistenza dei figli”, con un tetto massimo di 600 euro al mese. Il costo sarebbe di circa 4 miliardi di euro
- La seconda proposta riguarda l’assunzione di personale badante. “Ricalca quella già delineata in ambito di baby sitting, estendendo il bonus per l’assunzione dell’assistente familiare baby sitter anche ai casi dei badanti”, spiega il report. Anche in questo caso, sarebbe l’Inps a erogare un assegno mensile che coprirebbe al massimo il 70% del costo sostenuto dalle famiglie per l’assistenza e varierebbe in base alle ore lavorate dal richiedente
- Nella proposta di intervento si legge ancora: “Il beneficio massimo erogabile viene stabilito essere di 1.200 euro mensili. La soglia massima viene ridotta del 20% per le famiglie in seconda fascia Isee e del 50% per le famiglie in terza fascia Isee. Non è prevista l’erogazione del beneficio per le famiglie oltre la terza fascia Isee o per quelle senza indicatore economico”
- Un’altra proposta è quella dello “zainetto fiscale”, per rendere più flessibile ed efficace il sistema di bonus e benefici fiscali. “Si immagini che i diritti ai bonus siano espressi da un ammontare nominale, che ogni contribuente matura annualmente e che possa utilizzare, ovvero accantonare. Se accantonato esso va a costituire uno zainetto di crediti fiscali, pronto per l’uso all’insorgere della necessità”
- Questi crediti, che quindi possono essere utilizzati o accantonati in uno “zainetto”, possono essere trasferiti tra i membri della famiglia e non sono statici. “Il credito accantonato nello zainetto non è congelato, ma cresce nel tempo e può essere successivamente riscosso direttamente o trasferito a un familiare, maggiorato annualmente di un importo proporzionato alla crescita del Pil nominale. Annualmente, lo zainetto conterrà pertanto la capitalizzazione del credito inutilizzato alla fine dell’anno precedente”
- L’ultima proposta riguarda la defiscalizzazione delle retribuzioni. “Consiste nella riduzione o nell’eliminazione delle imposte e dei contributi sociali che gravano sul costo del lavoro. Nel caso del lavoro domestico, riguarda essenzialmente lo sgravio fiscale concesso ai datori di lavoro, in funzione dell’utilità non solo familiare ma anche sociale del lavoro domestico, e può essere vista come uno strumento per favorire l’emersione del lavoro nero. Inoltre, può aiutare le famiglie a sostenere i costi del lavoro domestico”
- “La defiscalizzazione delle retribuzioni per i lavoratori domestici può essere un mezzo per contrastare il lavoro nero e favorire l’occupazione e il benessere delle famiglie”. Tuttavia, continua il report, in Italia è meno incisiva rispetto alle misure adottate in altri Paesi europei e, per avere un impatto significativo, andrebbe valutata una defiscalizzazione più marcata