Bonus mamme 2024, come funziona lo sconto sui contributi dal secondo figlio in poi
La misura è prevista nel testo della Legge di Bilancio 2024 - di cui si attende l’approvazione definitiva -: è uno sconto totale, fino a 3.000 euro annui, sui contributi previdenziali a carico delle lavoratrici madri dal secondo figlio in poi
- Sono diverse le misure previste dal testo della Legge di Bilancio 2024 - di cui si attende l’approvazione definitiva - per le famiglie con figli a carico. Una delle principali novità per il prossimo anno riguarda il bonus mamme 2024, uno sconto totale, fino a 3.000 euro annui, sui contributi previdenziali a carico delle lavoratrici madri dal secondo figlio in poi
- Nel 2024, inoltre, sarà introdotto un ulteriore mese di congedo parentale retribuito all’80% e sarà incrementato il valore massimo dell’importo del bonus asilo nido per le famiglie con Isee fino a 40.000 euro e con almeno un altro figlio di età inferiore ai 10 anni
- Per quanto riguarda il bonus mamme, questo è un incentivo per favorire le lavoratrici madri che saranno esonerate dal pagamento della contribuzione previdenziale a loro carico e che sarà versata dallo Stato
- "Noi prevediamo che le madri con due figli o più non paghino i contributi a carico dei lavoratori”, ha detto la stessa premier Meloni in conferenza stampa durante la presentazione del ddl Bilancio
- Secondo quanto previsto nel testo della Manovra 2024 con gli emendamenti, l’esonero spetterà alle lavoratrici madri con contratto di lavoro a tempo indeterminato, nel pubblico e nel privato (ad esclusione dei rapporti di lavoro domestico), per i periodi di paga dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2026 e nel limite massimo di 3.000 euro annui, riparametrato su base mensile
- Nello specifico, per le madri con 3 o più figli l’incentivo spetterà fino ai 18 anni del figlio più piccolo
- Per le madri con due figli, invece, l’agevolazione spetterà fino al compimento dei 10 anni da parte del figlio più piccolo e solo per il periodo di paga dal 1° gennaio al 31 dicembre 2024
- L'esonero, secondo i calcoli, varia tra il 9,19% per le lavoratrici del settore non agricolo e l'8,84% per quelle del settore agricolo
- Il beneficio netto, al netto delle imposte, cresce progressivamente fino a circa 1.700 euro, raggiungendo un massimo in prossimità della retribuzione lorda di 27.500 euro
- In entrambi i casi resta fissa l’aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche