Il decreto attuativo della delega fiscale presentato in Consiglio dei ministri prevede la "definizione agevolata di tutte le liti pendenti". L'intenzione è informatizzare il processo tributario con un maggiore utilizzo delle comunicazioni via Pec e l’udienza da remoto
- Una nuova parziale sanatoria è in arrivo. Il decreto attuativo della delega fiscale presentato in Consiglio dei ministri prevede infatti la "definizione agevolata di tutte le liti pendenti". Ma in cosa consiste?
- È previsto un potenziamento della conciliazione delle liti, estendendone l’applicazione in Cassazione, opzione oggi non prevista, a cui si aggiunge l’abolizione della mediazione per liti fino a 50 mila euro. Per il primo caso si tratta di almeno 100 mila procedimenti pendenti nelle Commissioni tributarie e in Cassazione, con un valore di circa 40 miliardi di euro
- Sull’entità della misura mancano ancora i dettagli, ma è chiara l’intenzione di informatizzare il processo tributario con un maggiore utilizzo delle comunicazioni via Pec e l’udienza da remoto
- L’applicazione delle novità è prevista a partire da gennaio 2024 ma, dopo il primo passaggio in Consiglio dei ministri, il testo dovrà essere sottoposto al Parlamento per l’approvazione finale
- Quest'anno la definizione agevolata prevista dalla Manovra 2023, alla data di entrata in vigore, primo gennaio 2023, ha consentito di chiudere circa 7 mila atti impositivi
- La definizione agevolata riguarda le controversie attribuite alla giurisdizione tributaria in cui sono parte l’Agenzia delle Entrate e l’Agenzia delle Dogane, pendenti in ogni stato e grado del giudizio, compreso quello pendente presso la Corte di cassazione e anche a seguito di rinvio
- Il tema "caldo" però sono le nuove controversie. Le nuove cause sono infatti circa 10mila all’anno
- "Dovevamo in qualche modo mettere ordine in questa materia, lo facciamo spingendo molto sulla digitalizzazione e inserendo una serie di misure a vantaggio dei contribuenti", ha dichiarato il vice ministro dell’Economia Maurizio Leo presentando il decreto