Confindustria: "Scende inflazione ma crescita ferma, male investimenti e consumi"
Il quadro che emerge dalla congiuntura flash della Confederazione degli industriali non è dei migliori. Se è vero che il tasso di inflazione è sceso all'1,7% e che la Bce (come la Fed) per ora ha fermato la sua politica di rialzo dei tassi, restano diverse ombre sui prossimi mesi per l'economia italiana. Bene l'export
- Crescita ferma, tassi ancora alti, canale del credito bloccato, costumi e investimenti che vanno avanti con il freno a mano. Anche se l’inflazione scende, tornando sotto il 2%, il quadro economico che emerge dalla congiuntura flash di Confindustria non è dei migliori: “Il pil è rimasto fermo nel terzo trimestre, e gli indicatori dicono che all'inizio del quarto l'attività nei servizi è in lieve calo, come nell'industria”. In foto: il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi
- Partendo dal capitolo migliore, Confindustria rileva come l’inflazione si sia ridotta dal +5,3% di settembre al +1,7% di ottobre, grazie a un "effetto base" favorevole sui prezzi energetici, crollati al -19,7% annuo (+26,8% nello stesso mese del 2022 a causa del picco del gas)
- Continuano a frenare i prezzi core di beni e servizi, anche se lentamente (+3,7%), come quelli alimentari (+6,3%). Si tratta di valori non ancora pienamente in linea con la soglia del 2% per l’inflazione
- Nota dolente per i tassi che restano alti, nonostante il Centro studi di Confindustria ricordi che a inizio novembre la Federal Reserve ha tenuto, per la seconda volta, fermo il tasso Usa (a 5,50%), così come ha fatto anche la Bce a fine ottobre (4,50%)
- I tassi dovrebbero quindi essere ormai giunti ai massimi, come indicano i future, che scontano i primi tagli nel 2024. Dal presidente della Fed Jerome Powell è però arrivato un monito: c’è il rischio di nuovi rialzi, se la crescita Usa non frena e se l'inflazione resta alta. Lo stesso ha detto la numero uno della Bce Christine Lagarde per l'Eurozona
- Peggiora poi la situazione del credito per le imprese italiane: il costo a settembre è salito al 5,35%, la caduta dei prestiti è arrivata al -6,7% annuo. Nel terzo trimestre, la domanda ha continuato a ridursi per i tassi troppo alti e i criteri di offerta sono diventati anche più rigidi: sono sempre di più le imprese che restano senza credito. Buone notizie invece dai prestiti in sofferenza, stabili a 19,3 miliardi
- Scendono ancora gli investimenti, già in calo nel secondo trimestre. Confindustria sottolinea infatti come l’indagine di Banca d’Italia nel terzo trimestre “suggerisce una significativa frenata della spesa in beni di capitale (saldo a 11,6, da 20,4 nel 2”. A ostacolare la ripresa “rimane la domanda debole, e in ottobre si registra un nuovo calo della fiducia delle imprese di beni strumentali"
- Si rileva poi come la fiducia delle famiglie in ottobre abbia “registrato un calo marcato (101,6 da 104,5)”. Male, se si considera che “i consumi già deboli nel 2° trimestre, specie quelli di beni, sembrano aver frenato ulteriormente: le vendite al dettaglio sono scese nel 3° (-1,3% in volume)”
- L’occupazione è invece cresciuta anche a settembre (+42mila unità, interamente a tempo indeterminato), dopo l'aumento di agosto (+0,4% nel 3° trimestre). Tuttavia, fa notare Confindustria, "già nel 2° si registrava una flessione delle ore lavorate, attesa accentuarsi nei mesi successivi"
- Torna positiva la dinamica dell’export di beni italiani: +0,8%. “meglio del commercio mondiale”. È presto però per cantar vittoria. “Le prospettive per il 4° trimestre però sono negative, secondo gli ordini manifatturieri esteri in ottobre, a causa di accresciute tensioni geopolitiche e debole domanda estera”, rileva Confindustria. “Fiacche” anche “le attese anche sul commercio mondiale: il Pmi globale sugli ordini è in area di restrizione in ottobre (47,5) ed è scarsa l’attività nei porti europei"