L'Antitrust ha avviato un'istruttoria nei confronti di alcune società che “si sarebbero coordinate, almeno a partire dal 2022, nel richiedere ai propri clienti analoghi aumenti di prezzo delle bottiglie di vetro nello stesso arco temporale. Questo coordinamento potrebbe essere il risultato di un accordo o di una pratica concordata per evitare il confronto concorrenziale tra i principali operatori del settore"
- L'Antitrust ha avviato un'istruttoria nei confronti di Berlin Packaging Italy, Bormioli Luigi, O-I Italy, Verallia Italia, Vetreria Cooperativa Piegarese, Vetreria Etrusca, Vetri Speciali, Vetropack Italia e Zignago Vetro per una presunta intesa restrittiva della concorrenza nella vendita delle bottiglie di vetro
- Lo fa sapere la stessa Autorità garante della concorrenza e del mercato con una nota. Secondo l'Antitrust "le società si sarebbero coordinate, almeno a partire dal 2022, nel richiedere ai propri clienti analoghi aumenti di prezzo delle bottiglie di vetro nello stesso arco temporale”
- “Questo coordinamento – spiega l'Autorità garante - potrebbe essere il risultato di un accordo o di una pratica concordata per evitare il confronto concorrenziale tra i principali operatori del settore"
- I funzionari dell'Antitrust con l'ausilio del Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza, hanno svolto ispezioni nelle principali sedi delle società e di altri soggetti ritenuti in possesso di elementi utili all'istruttoria, tra cui Assovetro, l'Associazione nazionali degli industriali del vetro
- Secondo quanto riporta il Sole 24 Ore, i dati di Coldiretti e Filiera Italia, il costo del vetro cavo per le bottiglie ha fatto segnare un aumento del 58% nell’arco di 18 mesi
- Stando all’analisi del Centro Studi Divulga, su un campione di 300 aziende nel periodo dicembre 2021- maggio 2023, se nel 2022 il balzo dei costi è stato giustificato dai picchi di prezzo per l’elettricità e per il gas, la successiva discesa delle quotazioni non ha avuto nessun effetto positivo
- L’aumento incontrollato del prezzo del vetro, sostengono i vignaioli, contribuisce a minare la competitività del vino italiano sul mercato proprio in un momento in cui le vendite del vino made in Italy hanno subito una battuta d’arresto sul mercato nazionale e su quello internazionale, spiega ancora il Sole 24 ore
- Per quanto riguarda il mercato del vino, come spiega il quotidiano, a calare sono state soprattutto le vendite all'estero, e in particolare negli Stati Uniti, che rappresentano il principale mercato di sbocco del vino italiano, con un crollo dell’8% nei primi sette mesi del 2023
- L’Italia, inoltre, non è più il primo produttore di vino in Europa e nel mondo con una produzione stimata di 43,9 milioni di ettolitri, in calo del 12% rispetto allo scorso anno
- La Francia, al contrario, è diventata il primo produttore con 45 milioni di ettolitri, in aumento dell’1,5% rispetto all’anno precedente