Asili nido gratis dal secondo figlio, ma c'è posto per un bimbo su 4
Per i nuclei familiari con Isee sotto i 40mila euro il contributo annuale passerà a 3.600 euro per tutti i figli dal secondo in poi, purché nel nucleo familiare sia già presente un altro figlio sotto i sei anni
- Nella manovra saranno stanziati tra i 150 e i 180 milioni di euro per il potenziamento del bonus nido, l’attuale misura per le famiglie erogata dall'Inps per il rimborso delle rette. Un provvedimento che per il Governo renderebbe grauito o quasi l'asilo nido per le famiglie dal secondo figlio in poi. Ma è vero?
- Nel testo approvato dal Consiglio dei ministri il 16 ottobre è previsto un incremento del bonus nido. Per i nuclei familiari con Isee sotto i 40mila euro il contributo annuale passerà a 3.600 euro per tutti i figli dal secondo in poi, purché nel nucleo familiare sia già presente un altro figlio sotto i sei anni. Attualmente il bonus si ferma a 2.500 euro tra 25mila e 40mila euro di Isee e arriva a tremila euro l’anno sotto la soglia di 25mila euro
- Le prime due fasce, ovvero quella con Isee fino a 20mila euro e quella con Isee tra 25mila e 40mila euro, saranno accorpate. L’erogazione salirà a 3.600 euro, quindi di fatto un aumento rispettivamente di 600 e 1.100 euro. L’aumento, quindi, premierà di più la fascia che va dai 25mila e i 40mila euro. Non sono previsti incrementi per la fascia sopra i 40mila euro
- Resterà invariata la modulazione degli importi per il primo figlio: 1.500 euro l’anno sopra i 40mila euro di Isee; 2.500 euro tra i 40mila e i 25mila euro di Isee; 3mila euro sotto i 25mila euro di Isee
- Secondo il Governo con i 3.600 euro ci si avvicinerà alla gratuità del servizio per i figli dal secondo in poi dato che dalle simulazioni chieste all’Inps viene fuori che la media nazionale delle rette dei nidi pubblici e paritari è di 2.600 euro all’anno
- Presentando la manovra la premier Giorgia Meloni aveva parlato di "asili nido gratis per il secondo figlio". La gratuità non può essere stabilita per legge, ma "di fatto l’aumento deciso - aveva precisato al Sole 24 Ore la ministra per la Famiglia e le Pari Opportunità, Eugenia Roccella - prevede una copertura quasi totale delle rette per i figli successivi al primo"
- Le cifre però variano molto di città in città e non è raro, in alcuni centri urbani, superare i 3.600 euro l’anno per le fasce di reddito medio-alte. A Roma, secondo quanto riferisce Repubblica, il costo di una retta è pari in media a 3.500. E ci sono anche strutture, intorno al 7-8% del totale, che hanno un costo superiore, in alcuni casi di parecchio, rispetto ai 3.600 euro coperti dal bonus. Che, tra l’altro, resterà uguale per il primo figlio
- Un altra questione riguarda l’utilizzo del bonus che si potrà spendere nei nidi pubblici, paritari e in quelli privati che sono autorizzati dai Comuni. Ma spesso le strutture in alcune zone, soprattutto nel Mezzogiorno, sono insufficienti: o non ci sono asili nido o sono solo privati, con rette altissime
- Repubblica ha anche sottolineato l'inadeguatezza dei servizi offerti alle famiglie riportando che i posti negli asili bastano per il 27% dei bambini nella fascia 0-2 anni e che il 57% dei Comuni non ha neppure una struttura per ospitarli. C'è anche l'incognita Pnrr con i bandi per costruire nuove strutture che procedono a fatica
- In ogni caso, il bonus nido continuerà a essere erogato come sempre da Inps in 10 mensilità a rimborso delle rette pagate dalla famiglia che, - dopo aver presentato regolare domanda - dovrà allegare le quietanze di pagamento di mese in mese per ottenere il regolare rimborso. Per ora il potenziamento annunciato dal Governo Meloni avrà validità solo per il 2024, salvo eventuali rinnovi per gli anni successivi