Tasse di successione, il governo smentisce l’ipotesi di un aumento
Indiscrezioni giornalistiche avevano rivelato che l’esecutivo per reperire fondi per la manovra stesse pensando di alzare l’imposta per i parenti più lontani. Il viceministro dell'Economia Leo ha detto che “per il momento non se ne parla” e dalla maggioranza Forza Italia ha alzato un muro. Eventuali modifiche della norma vigente vanno quindi escluse a breve
- Nelle scorse ore alcune indiscrezioni giornalistiche avevano ipotizzato che il governo stesse studiando la possibilità di aumentare le tasse di successione per i parenti più lontani. Ma il viceministro dell'Economia Maurizio Leo ha detto che “per il momento non se ne parla” mentre dall’esecutivo si è subito alzato il muro di Forza Italia. La misura quindi per adesso è esclusa
- Repubblica aveva riportato che l’esecutivo stava pensando di alzare l’imposta di successione per gli eredi dal terzo grado in poi. L’aumento sarebbe servito a recuperare fondi con cui finanziare la Manovra. E si parlava di un inserimento in un decreto che arriverà lunedì 16 ottobre in Cdm
- Di modifiche alle norme sulle tasse di successione "per il momento non se ne parla”, ha però subito detto il viceministro dell'Economia Maurizio Leo (in foto), a margine di un convegno sul fisco alla Luiss di Roma
- Il capogruppo di Forza Italia alla Camera, Paolo Barelli, ha detto che “FI è contro nuove tasse e in particolare quelle di successione che sarebbero improprie. Mai questa materia è stata trattata o è stata fatta oggetto di ipotesi nelle riunioni tra gli alleati di governo”. Anche la presidente dei senatori di Forza Italia, Licia Ronzulli (in foto), ha chiarito su X: "Aumento tasse di successione? Ipotesi solo giornalistica e comunque non nel nostro nome"
- Anche da Italia viva è arrivato un secco “no”. Raffaella Paita (in foto), coordinatrice nazionale del partito, ha detto: "Meloni ha promesso in lungo e in largo che avrebbe abbassato le tasse e invece per far cassa, non trovano altra idea che innalzare la tassa di successione? Le tasse vanno abbassate, a partire da quelle sul lavoro. Il governo tenga quanto meno le mani fuori dalle tasche dei cittadini se non è capace di alleggerire la pressione fiscale, come invece ha promesso in campagna elettorale"
- La tassa di successione divide da sempre i partiti. Il centrodestra si è sempre opposto: nel 2001 il governo Berlusconi II decise di abolirla ma l’imposta venne ripristinata nel 2006 dal governo Prodi II
- Come spiega il Corriere della Sera, rispetto ad altri Paesi europei la tassa di successione in Italia ha aliquote più basse, meno progressive e franchigie più elevate. Per fare alcuni paragoni, in Francia, nel 2021, il gettito dell’imposta su successioni e donazioni è stato pari a 18,6 miliardi di euro, lo 0,7% del Pil, cioè 14 volte il gettito italiano in rapporto al Pil. A quota 0,3% del Pil ci sono Germania (9,8 miliardi), Regno Unito (7 miliardi) e Spagna (3,5 miliardi). Tutti questi Paesi incassano 6 volte quello che incassa l’Italia
- Con l’attuale meccanismo, i parenti in linea diretta (quindi per esempio coniugi e figli) che ricevono un’eredità fino ad un milione di euro non pagano niente. Mentre se si sale sopra questa soglia si deve versare il 4%
- Fratelli e sorelle non pagano niente fino a 100 mila euro, mentre sul resto sopra questa quota I’aliquota è del 6%. La stessa aliquota è in vigore anche per i parenti indiretti (quindi zii, cognati, fino al quarto grado), ma la pagano sull’intera eredità
- Il Corriere della Sera spiega che “sui trasferimenti a favore di tutti gli altri estranei alla parentela si paga l’8% su tutto. Alcune tipologie di beni sono considerate escluse dall’imposta e non rientrano quindi nel valore della base imponibile”. Queste esenzioni comprendono ad esempio titoli di Stato italiani o europei, buoni postali, polizze sulla vita, Tfr ed eventuali veicoli iscritti al PRA