La guerra in Medio Oriente complica la Nadef: i timori da Bankitalia alla Corte dei conti
Il nuovo scenario, con il conflitto tra Hamas e Israele e le ricadute sull’economia, potrebbe rendere ancora più impervio un sentiero già stretto e portare il governo italiano a rivedere i numeri della Nadef. Istituzioni autorevoli, dalla Banca d'Italia alla Corte dei Conti, non nascondono la preoccupazione di fronte a un'evoluzione inaspettata. I nodi
- La guerra tra Hamas e Israele ha effetti anche sull’economia. Le prime conseguenze si sentono sull’energia, con l'impennata dei prezzi di gas e petrolio: si teme un nuovo rialzo delle bollette e dei carburanti. Il nuovo scenario di guerra in Medio Oriente potrebbe quindi portare il governo italiano a rivedere i numeri della Nadef, che oggi è alle commissioni Bilancio e domani in aula in Parlamento (serve la maggioranza assoluta)
- La situazione in Medio Oriente, infatti, rischia di complicare il quadro macro-economico su cui il governo ha improntato la prossima manovra di bilancio. In particolare, potrebbe creare ulteriore "incertezza" e rendere ancora più impervio un sentiero considerato già stretto. A dirlo sono autorevoli istituzioni, dalla Banca d'Italia alla Corte dei Conti, che non nascondono la preoccupazione di fronte a uno scenario inaspettato che potrebbe portare a rivedere i numeri fissati poco meno di due settimane fa nella Nadef
- A sollevare il tema, nelle audizioni davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato, è stato il presidente del Cnel Renato Brunetta. Ora i saldi "saranno quelli indicati correttamente dalla Nadef pre-guerra o saranno ridotti?", ha chiesto. Ha invitato a fare un ragionamento anche in vista dell'appuntamento del 16 ottobre, quando il governo manderà a Bruxelles la tabella con i saldi. Il conflitto israelo-palestinese, infatti, rischia di produrre effetti "ancor più squilibranti" della guerra in Ucraina, soprattutto sul piano energetico
- Secondo Brunetta, la "serietà" di questa Nadef - che fa i conti con l'inflazione e il superbonus ed esclude manovre espansive per i prossimi anni - "potrebbe non essere sufficiente". L'economista cita anche le mosse tardive della Bce: "I tassi di interesse potevano salire prima e di minore intensità. La Bce ha preso coscienza della situazione con ritardo, quando si è accorta della situazione ha recuperato aumentando il dosaggio”. Servirà, ha concluso Brunetta, un "sovrappiù di responsabilità"
- Un allarme è arrivato anche dalla Banca d’Italia. I rischi che gravano sull'attività economica sono già di per sé "elevati e orientati al ribasso" e "le tensioni geopolitiche - legate sia al conflitto in Ucraina sia ai feroci attentati dei giorni scorsi in Israele - generano forte incertezza sulle prospettive di crescita", ha spiegato Bankitalia
- Sergio Nicoletti Altimari, capo del Dipartimento di Economia e statistica, ha sottolineato come si tratti di un contesto "fragile", che richiede una politica di bilancio condotta con "estrema prudenza". Ha poi evidenziato come il quadro macroeconomico prefigurato nella Nadef sia "plausibile" ma "leggermente ottimistico". A preoccupare è soprattutto l'elevato rapporto tra il debito pubblico e il Pil: "Un serio elemento di vulnerabilità", che "riduce gli spazi di bilancio per fare fronte a possibili futuri shock avversi"
- Il debito mette in allarme anche la Corte dei Conti. "Il perdurante stato di incertezza del quadro generale colloca ora la posizione debitoria del nostro Paese su un sentiero molto stretto", ha detto il presidente Guido Carlino. Ha poi sottolineato la necessità di un "attento monitoraggio", affinché la "pur modesta" riduzione del debito/Pil programmata per il triennio "sia effettivamente conseguita"
- Comunque nel complesso, secondo la Corte dei Conti, il quadro economico - "pur confermandosi in territorio positivo - registra un peggioramento" per incertezze che vanno dal contesto geopolitico all'inflazione. In vista della manovra, poi, avverte sulle privatizzazioni (l'1% di Pil richiederebbe uno "sforzo notevole") e lancia un monito sulla sanità: il quadro sulla spesa risulta "stringente", ma servono interventi urgenti e questo "richiederà scelte non facili"
- Riguardo alla manovra, inoltre, la Magistratura contabile ha fatto notare che nella Nadef manca la definizione e quantificazione degli interventi e delle relative coperture. Il quadro, comunque, è fosco anche al netto della guerra in Medio Oriente. "Gli indicatori più recenti suggeriscono per i prossimi mesi il permanere della fase di debolezza dell'economia", ha detto il presidente facente funzioni dell'Istat Francesco Maria Chelli
- Molti gli elementi di freno, come le condizioni di accesso al credito più rigide per famiglie e imprese (ma Bankitalia esclude un credit crunch) e il lento recupero del potere d'acquisto delle famiglie. A preoccupare è l'inflazione: a settembre "oltre il 58%" degli aggregati usati per l'indice "evidenzia un incremento dei prezzi uguale o superiore al 10% rispetto al 2019". C'è poi la perdita di valore dei salari: il livello reale è sceso sotto quello del 2009 e da allora il divario di crescita tra prezzi e retribuzioni contrattuali è stato di 12 punti