Dalla legge di Bilancio ai rating, il governo e l’autunno caldo sui conti
Il 16 ottobre il ministero dell’Economia porta in Consiglio dei ministri la Legge di Bilancio, che poi dovrà essere trasmessa alla Commissione Ue e alle Camere. Martedì prossimo Giancarlo Giorgetti è atteso in audizione davanti alle commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato sulla Nadef
- Si prospetta un autunno complesso per il governo alle prese con la Manovra e i giudizi delle agenzie di rating. Il ministero dell'Economia lavora alla Legge di Bilancio da portare in Consiglio dei ministri entro il 16 ottobre e poi trasmettere alla Commissione Ue e alle Camere
- A seguire ci sarà la girandola dei rating: il 20 ottobre S&P, il 10 novembre Fitch e il 17 novembre Moody's. Sempre a novembre è atteso il via libera Ue al documento programmatico di bilancio e al relativo scostamento del deficit 2024 di 0,7 punti percentuali, quasi 16 miliardi
- Intanto martedì prossimo il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti è atteso in audizione davanti le commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato sulla Nadef
- La Nota e la richiesta di sforare il deficit arriveranno a Palazzo Madama mercoledì. Il documento prevede un extra deficit da 3,2 miliardi nel 2023, da 15,7 miliardi nel 2024 e da 4,6 miliardi nel 2026
- Le risorse liberate in deficit per il prossimo anno appaiono già impegnate per il taglio del cuneo fiscale che costa circa 9 miliardi e le spese indifferibili pari a circa 5 miliardi
- Per le altre misure annunciate - come il sostegno alle famiglie e alla genitorialità, i rinnovi contrattuali del pubblico impiego, con particolare riferimento al settore della sanità e gli incentivi per gli investimenti nel Mezzogiorno - bisognerà attingere dai circa 2 miliardi di tagli della spesa pubblica
- Visti gli scarsi risultati della prima ricognizione sui tagli di spesa ministeriali (pare abbiano risposto solo tre ministeri), la premier Giorgia Meloni dovrebbe emanare delle linee guida per conseguire gli obiettivi della spending review
- Altre risorse arriverebbero dallo sfoltimento delle detrazioni/deduzioni che se non riuscisse potrebbe configurarsi come un taglio orizzontale al reddito di accesso agli 'sconti' abbassando il tetto dagli attuali 120mila euro a 100mila
- Per reperire risorse il Mef ricorrerebbe anche ad parziale utilizzo delle disponibilità liquide del Tesoro e all'avvio di un piano di dismissioni di partecipazioni pubbliche
- C'è poi il gettito in arrivo dalla tax compliance e le entrate dalla tassa sulle banche, che tuttavia nella nuova versione potrebbe assicurare un miliardo di gettito contro i 3 miliardi stimati con la versione originaria del prelievo