Manovra, anche tagli ai bonus fiscali per trovare le risorse

Economia
Simone Spina

Simone Spina

Il governo potrebbe trovare fino a un miliardo dando una sforbiciata agli sconti che permettono di recuperare una parte delle spese con la dichiarazione dei redditi. Si pensa di ridurli per chi ha redditi sopra i 100mila euro lordi l'anno. Le agevolazioni costano allo Stato oltre 80 miliardi. Toccare deduzioni e detrazioni non è semplice: si rischia di scatenare le proteste dei diretti interessati.

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Nella complicata caccia alle risorse per la prossima manovra non manca, neanche stavolta, il taglio dei bonus fiscali. Cioè tutte quelle voci che permettono a famiglie e imprese di scaricare una parte dei soldi spesi, dalle ristrutturazioni edilizie fino al veterinario. 

La giungla degli sconti 

L’ipotesi è che dando una sforbiciata agli sconti esistenti si possa ricavare un miliardo. Non molto, considerato che la legge di Bilancio potrebbe valerne 25 di miliardi, dei quali oltre la metà in deficit. Ma, come detto, reperire tutti i denari necessari è un rompicapo e, inoltre, ridurre alcune di queste agevolazioni è uno degli obiettivi della riforma del Fisco voluta dal governo.

626 agevolazioni costano 82 miliardi

Parliamo di 626 agevolazioni che costano più di 82 miliardi all’anno alle casse dello Stato e che, ovviamente, contribuiscono ad alleggerire il peso delle tasse a cittadini e imprese. Nonostante da anni si prometta di voler sfoltire questa giungla, in realtà si continua a farla proliferare: basti pensare che nel 2016 si contavano quasi 200 agevolazioni in meno di oggi.

Bonus popolari e bonus di nicchia

Ci sono i bonus sempreverdi, come quelli per il mutuo, per ristrutturare la casa o per le medicine, ma molti riguardano poche decine di persone e di alcuni non si sa esattamente quanto costino. E’ il caso, per fare un esempio, dello sconto sulla tassa sull’alcol prodotto – testualmente – con piccoli alambicchi.

Le ipotesi sul tavolo 

Ma cosa c’è nel mirino del governo? Una delle idee è di ridurre l’entità di alcune deduzioni e detrazioni al crescere del reddito: in pratica già sopra i 100mila euro lordi l’anno alcuni bonus non sarebbero pieni, ma ridotti, come già accade oggi a chi guadagna oltre 120mila euro. Non verrebbero toccati i più popolari ma potrebbero finire nella tagliola quelli che danno meno vantaggi, come la retta della palestra dei figli o le donazioni.

Facile a dirsi, difficile a farsi

Sul tavolo, anche l'ipotesi di eliminare del tutto sconti che interessano ristrette categorie. Anche se non riguardassero molti contribuenti, c'è però il rischio di scatenare vivaci proteste: togliere un bonus equivale infatti ad alzare le imposte.

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