Quota 84, pensione anticipata per le donne: ipotesi allo studio del governo
Il Governo sta studiando nuove soluzioni per il ritiro dal mondo del lavoro delle lavoratrici. Il meccanismo è diverso dall’Ape social al femminile e da Opzione Donna e prevederebbe l’uscita a 64 anni con 20 di contributi
- Il Governo Meloni sta studiando una nuova soluzione per il ritiro anticipato dal mondo del lavoro per le donne. Si tratta di Quota 84, ovvero l’uscita a 64 anni con 20 di contributi. Il metodo è diverso dall’Ape social al femminile e da Opzione Donna
- Non sarà necessario aver raggiunto un emolumento pari almeno a 2,8 volte quella minima, ma con lo scivolo ci sarà il ricalcolo con il metodo contributivo. Secondo le simulazioni, dovrebbe comunque avere una ricaduta più contenuta rispetto a Opzione Donna che decurtava l’assegno del 20-30% a seconda delle situazioni
- Nel 2022 le donne hanno avuto la possibilità di uscire dal lavoro anticipatamente con calcolo contributivo dell’assegno. L’opzione prevedeva un’età di uscita di 58 anni per le lavoratrici dipendenti e di 59 per le autonome. In entrambi i casi con almeno 35 anni di contributi maturati
- Nel 2023 si sono aggiunte le agevolazioni per le donne con 35 anni di contributi che sono invalide civili almeno al 74% o che assistono un parente invalido
- Attualmente sul tavolo per il prossimo anno ci sono altre due idee: la prima prevede la pensione tra i 60 e i 63 anni di età con 35 di contributi. La seconda invece l’età di 63 anni e 20 di contributi con ricalcolo contributivo dell’assegno. Sul fronte si attende anche il riconoscimento dello 0,8% di conguaglio per allineare gli assegni 2023 all’inflazione effettiva
- Dai dati Nadef, le pensioni avranno un impatto crescente sul Pil nei prossimi anni. Fino al 2036, presupponendo una crescita media annua del Pil di circa l’1%, la spesa pensionistica è stimata in aumento di 1,9 punti (al 17,3%) rispetto al 2024
- Il nuovo meccanismo sarebbe più o meno un’Ape social dedicata solo alle donne (quest'ultima prevede il prepensionamento a 63 anni, Quota 84 a 64 anni). Una volta lasciato il lavoro si percepirebbe un assegno fisso per 12 mensilità con un importo massimo di 1.500 euro, senza rivalutazione. Una volta raggiunta l’età della pensione si passerebbe all’assegno intero
- Il Governo avrebbe anche intenzione di confermare Quota 103, ovvero il pensionamento anticipato con 62 anni di età e 41 di contributi. Questo meccanismo, però, non favorirebbe le donne che a quell’età di solito hanno solo 28 anni di contributi. In ogni caso, nella contribuzione sarà possibile conteggiare il riscatto della laurea, le agevolazioni delle aziende e la rendita da pensione integrativa
- Attualmente l’Ape rosa permette di andare in pensione anticipatamente alle donne con figli con gli stessi requisiti dell’Ape social ma ridotti di un ulteriore anno o di due anni, a seconda del numero di figli. In pratica si può andare sempre a 63 anni ma diminuiscono quelli di contributi
- Riguardo a Opzione Donna, per il 2024 si starebbe pensando a un allargamento della platea delle beneficiarie con l’eliminazione del requisito dei figli pur mantenendo l'accesso solo alle categorie attualmente previste, ovvero caregiver, disabili con almeno il 74% di invalidità, licenziate o dipendenti da aziende in crisi. Per tutte tornerebbe il requisito di età di 58 anni