
Pensioni, verso un ampliamento di Opzione donna: via il paletto dei figli
Le beneficiarie sono caregiver, invalide almeno al 74% e donne licenziate o dipendenti da aziende in crisi. Si lavora anche a una possibile estensione di Ape sociale. Sempre più scontata, invece, la proroga di quota 103

In vista di una manovra del valore di circa 25 miliardi, il governo lavora su un corposo dossier pensioni: niente quota 41 (per ora) ma una proroga di Quota 103 e l'estensione di Opzione Donna a 58 anni per le tre categorie di lavoratrici interessate anche nel caso in cui non abbiano figli
Pensioni, il governo studia misure per garantire assegni dignitosi ai giovani. Le ipotesi
La maggioranza sta studiando il punto soprattutto per quanto riguarda il nodo delle coperture
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Sempre più scontata, invece, la proroga di quota 103. Si lavora anche a una possibile estensione di Ape sociale
Pensioni, si studia estensione Opzione donna: via paletto figli. Le ipotesi di riforma
Da ricordare che le beneficiarie di Opzione Donna sono caregiver, invalide almeno al 74% e donne licenziate o dipendenti da aziende in crisi

La misura è stata introdotta per la prima volta dall’art. 1 della Legge n. 243/2004 (“Legge Maroni”)

Si stabilì che, in via sperimentale, nel periodo 2008-2015, le donne potevano accedere al pensionamento di anzianità, optando per il sistema di calcolo contributivo

Con la liquidazione, pertanto, dell’intero trattamento pensionistico in base al criterio contributivo, rinunciando all’eventuale calcolo di una quota di pensione – per le anzianità fino al 31.12.1995- con il sistema retributivo. Lo si legge sul sito Inps

Il presupposto per questo anticipo pensionistico era la maturazione dei requisiti di 35 anni di contribuzione a qualsiasi titolo accreditata (obbligatoria, da riscatto e/o da ricongiunzione, volontaria, figurativa)

Inoltre, era necessario il raggiungimento di 57 anni di età per le lavoratrici dipendenti o di 58 per le autonome – e, per entrambe le categorie, di tre mesi per aspettativa di vita dal 2013

Con la legge di bilancio 2023, l’opzione è stata ulteriormente prorogata introducendo però ulteriori e più stringenti requisiti di accesso, per cui il requisito anagrafico è stato portato a 60 anni che diventano 59/58 se la lavoratrice ha uno/due o più figli. Alcuni giuristi, tuttavia, avevano sollevato in merito a queste ultime modifiche il dubbio di incostituzionalità
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