L'ipotesi al vaglio prevede la possibilità di ricevere l'indennità di accompagnamento verso la pensione a partire dai 61/62 anni invece dei 63 previsti attualmente. Inoltre, si valuta l'introduzione di un ulteriore vantaggio nella contribuzione per accedere alla misura in favore delle donne con una situazione di disagio: licenziate, con invalidità almeno al 74%, care giver o impegnate in lavori gravosi
- Tra le ipotesi di modifica del sistema previdenziale con la legge di Bilancio spunta l'Ape (anticipo pensionistico) sociale agevolata per le donne, con possibile uscita a partire dai 61-62 anni
- La misura allo studio prevede la possibilità di ricevere l'indennità di accompagnamento verso la pensione a partire dai 61/62 anni invece dei 63 previsti attualmente
- A quanto si apprende, si valuta l'introduzione di un ulteriore vantaggio nella contribuzione per accedere alla misura in favore delle donne con una situazione di disagio: licenziate, con invalidità almeno al 74%, care giver o impegnate in lavori gravosi
- Questo ulteriore vantaggio si aggiungerebbe allo sconto già in vigore pari a un anno per ogni figlio, possibile fino a un massimo di due anni.
- L'indennità erogata dall'Inps per 12 mesi l'anno (non 13 come la pensione) è pari all'importo della rata mensile della pensione calcolata al momento dell'accesso alla misura. Il sussidio che viene erogato fino all'accesso alla pensione di vecchiaia comunque non può superare i 1.500 euro lordi al mese non rivalutabili
- La misura potrebbe essere alternativa a Opzione donna o essere introdotta in aggiunta a questa. Al momento la platea sarebbe sostanzialmente la stessa (licenziate, care giver ecc) ma nel caso di Ape Donna non si sarebbe costrette ad optare per il metodo di calcolo completamente contributivo
- Con Ape Donna si andrebbe in pensione dopo (con Opzione donna avendo due figli si può uscire con 58 anni oltre a un anno di finestra mobile se dipendenti) e si avrebbe un'indennità che può raggiungere al massimo i 1.500 euro lordi. Sarebbe richiesto un numero di anni di contributi nettamente inferiore (tra 28 e 30 invece di 35) ma non si andrebbe in pensione, si avrebbe solo una misura di accompagnamento alla pensione