Riforma fiscale, verso l’accorpamento dei primi due scaglioni Irpef. Cosa sappiamo
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Il modello sarebbe così rimodulato: fino a 28mila euro di reddito con aliquota del 23%, fra i 28mila e i 50mila euro aliquota del 35%, oltre i 50mila aliquota del 43%. Secondo il viceministro Leo la misura è necessaria per evitare che i benefici del taglio del cuneo fiscale non siano erosi dalle tasse. I redditi più bassi, però, non riuscirebbero a ottenere vantaggi dalla misura
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- Il governo sta per mettere in atto il primo passo della riforma fiscale: accorpare i primi due scaglioni Irpef, cioè quelli che riguardano i redditi fino a 28mila euro con aliquota del 23%. Questa azione, ricorda Il Corriere della Sera, porterebbe un risparmio del 2% per i redditi compresi fra i 15mila e i 28mila euro
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- Accorpando il primo scaglione con il secondo, il modello Irpef sarebbe così rimodulato: fino a 28mila euro di reddito con aliquota del 23%, fra i 28mila e i 50mila euro aliquota del 35%, oltre i 50mila aliquota del 43%
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- Si tratta di ripetere lo schema Draghi, che con la manovra di bilancio 2022 aveva accorpato gli scaglioni da 5 a 4
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- L’intervento riguarderebbe i contribuenti con redditi superiori ai 15mila euro: si tratta, ricorda sempre il Corriere, di poco meno di 24 milioni di persone, che da sole però sono più della metà di tutta la platea Irpef (il 57%)
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- Chi ha poco più di 15mila euro di reddito otterrebbe un vantaggio intorno ai 20 euro. Per gli altri la cifra salirebbe, fino al raggiungimento dei 28mila euro di reddito. Per chi supera i 28mila euro, il beneficio sarà di 260 euro annui. I redditi sotto i 15mila euro – quelli più poveri – non vedranno invece nessun miglioramento
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- Il viceministro Maurizio Leo ha detto di voler introdurre questa misura per evitare che i benefici del taglio del cuneo (il cui rinnovo è già sicuro) vengano erosi dalle tasse
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- “L'obiettivo è fare un'operazione a tenaglia, da una parte maggiori risorse con il cuneo fiscale e dall'altra un minore carico fiscale", ha spiegato il viceministro intervenendo in videocollegamento all'assemblea di Confindustria Toscana Nord a Pistoia su "Fiscalità motore di crescita e di innovazione"
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- "Con la Nadef abbiamo delle previsioni di crescita che non sono quelle ipotizzate nel Def di aprile. Si attestano sullo 0,8% e il rapporto deficit Pil non sarà quello ipotizzato e dobbiamo vedere se possiamo alzare l'asticella. È una situazione difficile anche per i tassi di interesse in crescita per le scelte della Bce. La situazione macro non è delle più felici ma è nostro interesse portare avanti le misure che vogliamo realizzare", ha specificato Leo
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- Intanto, la conferenza dei capigruppo di Montecitorio ha stabilito che la Nadef – la Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza – approderà in Aula alla Camera il prossimo 11 ottobre. Le votazioni avranno inizio a partire dalle 11.30