Smart working agevolato, il 30 settembre scade proroga per i "super-fragili". Cosa cambia
Salvo interventi d'urgenza, tra pochi giorni non sarà più in vigore la normativa che ha permesso a chi è affetto "da gravi patologie croniche con scarso scompenso clinico" di lavorare da casa anche in assenza di accordo scritto (anche cambiando mansione, a parità di retribuzione, se necessario)
- Ancora pochi giorni e scadrà la proroga che finora ha permesso ai lavoratori “affetti da gravi patologie croniche con scarso scompenso clinico” – del settore pubblico e privato – di lavorare in regime di smart working agevolato, cioè senza un necessario accordo individuale (scritto) firmato con il datore di lavoro. La norma che lo permetteva resterà in vigore fino al 30 settembre
- Le migliaia di lavoratori interessati dalla scadenza della proroga sono i cosiddetti super-fragili. Vanno tenuti distinti dai fragili, cioè quelli ritenuti più suscettibili al contagio da coronavirus per vari motivi: età anagrafica, immunodepressione come conseguenza di terapie salvavita o patologie oncologiche, quadri clinici particolarmente complessi (come i casi di comorbilità). Per loro il lavoro da casa agevolato è infatti già prorogato fino al 31 dicembre 2023
- Dall’inizio della pandemia da Covid-19 e fino al 30 settembre, la categoria dei super-fragili è stata più tutelata rispetto ad altre. Innanzitutto, è stata prevista la possibilità di lavorare in smart working anche nel caso in cui le loro usuali mansioni non lo avessero permesso
- Il datore di lavoro era quindi tenuto ad assicurare che i super-fragili potessero sempre e comunque stare lontani dall’ufficio, anche adibendoli a mansioni diverse da quelle delle loro categorie e aree di inquadramento individuate dai contratti collettivi di lavoro
- Il tutto doveva essere disposto senza però andare a intaccare in peggio la busta paga del lavoratore. Salta all’occhio come le regole di questa normativa, necessarie nel periodo peggiore della pandemia, abbiano lasciato poco margine d’azione decisionale in mano al datore di lavoro
- A meno che nell’ultima settimana che ci separa dal 30 settembre non si decida di intervenire in via d’urgenza con una nuova proroga, dal 1° ottobre si tornerà quindi alle regole vigenti prima del coronavirus
- In linea di principio anche i lavoratori super-fragili, qualora venisse richiesto, dovranno quindi tornare a lavorare in ufficio. A meno che, con certificato medico valido, non vengano invece considerati fragili. In tal caso si aprirebbe la possibilità di restare in smart fino al 31 dicembre
- Le tutele per i fragili non sono però così marcate come sono state finora quelle per i super-fragili. In questi casi vale infatti il criterio della compatibilità delle mansioni con la possibilità di svolgerle da remoto
- Lo stesso quadro di regole valido per i fragili, compresa la data di scadenza della proroga, è quello che si applica ai genitori con figli under 14 a carico
- Non sembra comunque che il governo sia intenzionato a tornare sui suoi passi: le proroghe in tema di smart working non dovrebbero essere più rinnovate, nonostante nelle ultime settimane nuove varianti e un aumento (seppur contenuto) dei positivi al coronavirus abbiano leggermente rialzato la soglia d'allerta