Pensioni, la penalità per chi si ritira a 58-59 anni scende all’8%
Nel complesso, l’Inps fotografa nel suo rapporto annuale questo quadro: circa 16,1 milioni di pensionati e quasi 322 miliardi di spesa per 20,8 milioni di prestazioni con un divario marcato, pari al 36%, negli importi pensionistici tra uomini e donne
- Nel suo rapporto annuale pubblicato il 13 settembre, l’Inps segnala che la via per rendere più flessibile in uscita il sistema pensionistico è quella degli anticipi vincolati al ricalcolo contributivo dell’assegno
- L’Istituto fa riferimento allo strumento di Opzione donna, che consente alle lavoratrici il pensionamento anticipato con appunto il “ricalcolo” del trattamento. Lo schema preso in considerazione nel dossier è quello in vigore nel 2022 (antecedente alla stretta scattata con l’ultima legge di bilancio): 58 anni d’età – o 59 per le lavoratrici autonome – e 35 di contribuzione
- Come si legge nel report, negli ultimi anni lo schema ha visto notevolmente ridursi l’effetto-penalizzazione legata al ricalcolo contributivo sull’importo dell’assegno dal 23% del 2013 all’8% del 2022
- Secondo il documento, se il regime dovesse essere confermato, la perdita dovuta al ricalcolo in prospettiva tenderà allo zero: “In quanto la quota retributiva derivante dai contributi antecedenti il 31 dicembre 1995 - data in cui si esaurisce il retributivo puro - perderà di peso”
- In realtà, spiega Il Sole 24Ore, per le 174.535 lavoratrici che fino al 1° gennaio di quest’anno sono andate in pensione con Opzione donna, l’assegno medio è risultato del 39,8% più basso rispetto alla media delle “anticipate” (1.171,19 euro contro 1.946,92 euro)
- Tuttavia l’Inps fa notare che “Questa differenza di importo è in parte riconducibile al ricalcolo contributivo e in parte alla minore contribuzione rispetto alle anticipate, oltre al fatto che la propensione a utilizzare l'opzione è maggiore tra le lavoratrici nelle classi di reddito più basse e quindi con minore contribuzione”
- Nel periodo compreso tra il 2013 e il 2022 "la perdita economica media stimata dovuta al solo ricalcolo contributivo è pari al 14,2% della pensione che sarebbe stata percepita se alla pensionata fosse stato applicato il regime (misto o retributivo) che le competeva". Questa penalizzazione, proseguono gli esperti Inps, è destinata ad azzerarsi
- “Rispetto ad altri strumenti per l'uscita anticipata, il ricalcolo contributivo del trattamento pensionistico meglio risponde ai requisiti di equità intergenerazionale e attuariale, e quindi di maggiore coerenza con le esigenze di sostenibilità del sistema”, si legge sempre nel report
- Nel complesso, l’Inps fotografa questo quadro: circa 16,1 milioni di pensionati e quasi 322 miliardi di spesa per 20,8 milioni di prestazioni con un divario marcato, pari al 36%, negli importi pensionistici tra uomini e donne
- L’Istituto precisa che le regole attuali sull'accesso al pensionamento con il calcolo della pensione uguale per tutti penalizzano le classi meno abbienti perché hanno una speranza di vita più bassa e favoriscono quelle con i redditi più alti