Carlo Bonomi (Confindustria) a Sky TG24: "Salario minimo? Capire quali sono i settori"

Economia

Il presidente della Confederazione dell'industria italiana sul salario minimo: "Credo che il primo passo sarebbe capire di cosa stiamo parlando". Tre le priorità sulla Manovra: "Il taglio del cuneo fiscale strutturale, il sostegno agli investimenti e le riforme". E sull'aumento dei tassi di interesse dice: "La Bce ha scelto come unica strada l’aumento dei tassi, per combattere l’inflazione rischiamo la recessione"

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"Credo che il primo passo sarebbe capire di cosa stiamo parlando. Sento da mesi ognuno dire numeri fuori da ogni logica ma a oggi non so ancora quali sono i settori dove si paga questo salario povero e quali sono i contratti che hanno questo salario povero, mi sembra che si parli di un problema che esiste ma di cui nessuno sa la reale dimensione". A dirlo, ospite a Sky TG24, è il presidente di Confindustria Carlo Bonomi, commentando le sue parole di stamattina sul salario minimo che "non risolve il problema del lavoro povero". Bonomi poi, parla della Manovra, per la quale Confindustria indica tre priorità: "Il taglio del cuneo fiscale strutturale, il sostegno agli investimenti, e quindi industria 5.0, e le riforme". E sull'aumento dei tassi di interesse dice: "La Bce ha scelto come unica strada l’aumento dei tassi, per combattere l’inflazione rischiamo la recessione".

"Prima di mettere l’asticella capiamo chi c’è sotto?"

Parlando del salario minimo, Bonomi osserva: "Si può conoscere quali sono quei contratti in dumping? Chi li ha firmati? Perché non vorrei che poi scoprissimo che per esempio dei contratti nazionali collettivi dei metalmeccanici ce ne sono registrati al Cnel 44, ma non tutti sono registrati da associazioni inesistenti o sindacati inesistenti, perché mi risulta che ci sono contratti collettivi nazionali dei metalmeccanici firmati da associazioni e sindacati ben conosciuti che fanno distinzioni nel salario di un metalmeccanico. Io credo che il salario di un metalmeccanico debba essere uguale sia che lo firmi Confindustria sia che lo firmi qualcun altro". "Prima di mettere l’asticella capiamo chi c’è sotto? Qui si è detto che sono 3 milioni i lavoratori al di sotto di questo salario, ma da dove lo tirano fuori questo numero? - prosegue - Se si vuole analizzare il fenomeno, escludendo ovviamente il lavoro nero, basta incrociare due banche dati del Paese: l’Uniemens, quanto i datori dichiarano di pagare un dipendente, e il Lul, quante ore presta un dipendente. Io non riesco a capire perché non si faccia questo incrocio di dati. Così sapremo chi sono quei settori e quei contratti collettivi nazionali che pagano poco".

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"Il rialzo dei tassi non è la sola strada"

"Un rialzo dei tassi era previsto nel senso che veniamo da un decennio di tassi negativi, che era impossibile - dice poi Bonomi commentando l’ultima decisione della Bce - La Bce però ha scelto come unica strada, probabilmente anche perché è l’unico strumento di cui dispone, di contrastare l’inflazione con il solo aumento dei tassi. La nostra preoccupazione è che per combattere l’inflazione si rischi di andare in recessione, ed è una cosa che non ci possiamo permettere. I dati ci stanno dicendo che gli investimenti privati si stanno riducendo, sono crollati, la richiesta dei mutui delle famiglie è crollata. Dobbiamo vedere cosa sta producendo come effetti questo continuo rialzo dei tassi". Ma cos’altro si poteva fare? "La storia economica ha sempre dimostrato che il rialzo dei tassi non è la sola strada. Noi a partire dal caro materie prima, dalla carenza e dalla crisi energetica abbiamo fatto fatica a intervenire. Siamo intervenuti per soluzioni di vie nazionali, quando in realtà dovevamo dare una risposta europea, politiche fiscali europee".

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"Va affrontato seriamente il tema della spesa pubblica corrente"

Bonomi ha poi affrontato il tema della Manovra: "Sul tema delle risorse, va affrontato seriamente come Paese il tema della spesa pubblica corrente: ricordo che questo Paese spende ogni anno oltre 1.100 miliardi, io credo che si possa riconfigurare un 4-5% di questa spesa. Se io nella mia azienda non fossi in gradi di riconfigurare un 4-5% credo che qualcuno mi manderebbe a casa". "Dobbiamo avere la forza e la volontà di affrontare seriamente la spending review della spesa pubblica - dice ancora il presidente di Confindustria - perché se no questo Paese sarà condannato a non avere mai le risorse per fare gli interventi necessari per la crescita. Questo Paese deve averte l’ossessione alla crescita, dobbiamo avere quelle risorse necessarie per garantire una cosa di cui non si parla mai che è il welfare state: assistenza e previdenza sono una parte importante della nostra Costituzione, del nostro essere, del nostro modello economico".

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"Extraprofitti? Si rischia di creare delle distorsioni di mercato"

Il presidente di Confindustria parla poi della tassa sugli extraprofitti: "Io di extraprofitti, extraperdite, extrapareggi non ho letto su nessun libro di testo. Detto ciò, se guardiamo cosa intende l’Europa per extraprofitti - perché lì nasce la discussione - si intende il margine operativo lordo delle imprese, quindi non l’ultima riga di bilancio. Se si va a fare una tassazione su una riga di bilancio si rischia di creare delle distorsioni di mercato, nella fattispecie in quello bancario che è iper regolamentato a livello europeo". Ma, osserva, "se invece si dice ‘ritengo di dover fare un intervento perché alcuni settori hanno sofferto meno di altri in pandemia’ e quindi chiedo un contributo di solidarietà, si può ragionare ma va costruito diversamente e va spiegato quali sono le finalità. Perché se si dice che questo extraprofitto è generato dalla speculazione sul differenziale degli interessi, mi aspetto anche che quella tassazione vada a ristorno dei contribuenti che quel differenziale l’hanno pagato, e quindi ai correntisti. E non devono essere gettito fiscale a sostegno della spesa pubblica corrente".

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"Sbagliata la risposta dell’ad di Ryanair"

Stesso discorso per quanto riguarda il caro voli, dice Bonomi, secondo cui "dobbiamo fare una riflessione seria. Se si vuole affrontare un tema di continuità territoriale, e quindi dire che Sardegna e Sicilia sono state penalizzate fortemente, si può impostare un discorso. Intervenire anche qui su un mercato regolamentato a livello europeo porta a delle distorsioni se interveniamo d’imperio". "Ma devo sottolineare - conclude -  che la risposta dell’amministratore delegato di Ryanair è sgrammaticata istituzionalmente: posso non essere d’accordo con un provvedimento ma non si manca mai di rispetto istituzionale".

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"Superbonus grande occasione persa"

Interpellato sul Superbonus, Bonomi risponde: "Lo ricorderemo come una grande occasione persa. Avevamo la possibilità di mobilitare risorse finanziarie senza precedenti, credo che non le abbiamo dedicate correttamente. Parliamo del piano green per la casa che l'Europa vuole portare avanti e noi abbiamo sprecato una marea di risorse non finalizzandole a questa situazione, abbiamo mobilitato centinaia di miliardi che hanno prodotto crescita ma non crescita sostenibile per la nostra economia e il nostro pianeta".

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