
Controlli sui conti correnti contro l'evasione fiscale: come funziona l'algoritmo
Per recuperare 2,8 miliardi di sommerso in più entro il 2025 l’Agenzia delle Entrate si doterà di nuovi strumenti informatici, come l’analisi dei big data e l’incrocio delle informazioni dei soggetti a rischio contenute nell’Anagrafe dei conti correnti. L'ente rassicura sul rispetto della privacy e del contradditorio in caso di anomalie

Algoritmi e big data entrano a pieno titolo come frecce nell'arco dell’Agenzia delle Entrate, impegnata nella lotta all’evasione fiscale. Ecco come si rinnoveranno i controlli
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Come previsto dalla convenzione triennale firmata di recente col governo, l’Agenzia delle Entrate si è data come obiettivo di recuperare entro il 2025 2,8 miliardi di euro dall'evasione
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Nella "Informativa sulla logica sottostante i modelli di analisi del rischio basati sui dati dell’archivio dei rapporti finanziari”, l’Agenzia ha tracciato un percorso di controlli in dieci fasi a partire dall’individuazione della platea di riferimento e dalla definizione del criterio di rischio
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Per indentificare i potenziali evasori, l’Agenzia ha sviluppato l’”aninometro”: un algoritmo che permette di incrociare le informazioni contenute nell’Anagrafe dei conti correnti

L’algoritmo punta a coniugare la prestazione delle verifiche col rispetto della privacy. In caso di controlli, codici fittizi andranno a sostituire i dati personali dei contribuenti. In questo modo le informazioni finanziarie non saranno associabili a una determinata persona prima che non sia accertata l’esistenza di un rischio fiscale

Come spiega il documento illustrativo sulla logica degli algoritmi, l’analisi del rischio limita i controlli nei confronti di soggetti a più elevata pericolosità tributaria riducendo l'"impatto su cittadini e imprese anche in termini di oneri amministrativi"

L’ente di riscossione rassicura che i controlli non saranno completamente informatizzati ma faranno sempre capo a un intervento umano, specie nella parte relativa ai processi decisionali

Tra i punti di partenza attraverso i quali le Entrate potranno agire nei controlli ci sono i dati finanziari e dei conti correnti. Il controllo è reso possibile da un confronto con le informazioni conservate nelle banche dati del Fisco

In alternativa, il controllo può prendere avvio da una platea di titolari di partita Iva che operano in uno specifico settore economico ma che poi dichiarano ricavi o compensi inverosimili per la categoria di appartenenza. La verifica si attuerà registrando i movimenti sui conti correnti

Le analisi statistiche possono poi consentire di individuare anomalie registrate in singole operazioni come il numero di accessi alle cassette di sicurezza, la frequenza dell’apertura e chiusura di rapporti oppure l’elevata numerosità di conti correnti
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L’Agenzia delle Entrate rassicura sul rispetto del contradditorio per i contribuenti anche laddove l’algoritmo dovesse registrare anomalie nel sistema

Come spiegato giorni fa dal direttore dell'Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini, i controlli incrociati consentiranno di "intercettare, ad esempio, i soggetti con residenza fittizia all'estero ma che hanno conti correnti nel nostro Paese”
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