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Taxi minacciano sciopero contro decreto che aumenta licenze, governo fa passo indietro

Economia
©Ansa

Il decreto legge "Asset e investimenti" introduce fino al 20% di licenze in più per alcuni Comuni tramite un concorso aperto a nuovi operatori. Dopo le proteste, esclusa l'ipotesi di cumulabilità delle licenze definitive in capo allo stesso soggetto. I sindacati avevano parlato di una misura "cavallo di Troia". Il ministro delle Imprese Urso: "Richieste accolte"

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Dopo le proteste dei tassisti, che minacciavano di scioperare contro il Decreto del governo che punta a incrementare le licenze per alcuni comuni, l'esecutivo ha corretto il tiro (LEGGI TUTTI I PROVVEDIMENTI). Il ministro delle imprese Adolfo Urso, in conferenza stampa, ha fatto sapere che le richieste sono state accolte: diversamente da quanto contenuto nella bozza, nel decreto Asset è stata esclusa l'ipotesi di cumulabilità delle licenze definitive in capo allo stesso soggetto. Il concorso straordinario per ottenerle sarà quindi aperto a nuovi operatori. Oggi 7 agosto, inoltre, si è tenuto al ministero del Made in Italy un tavolo di confronto con il rappresentanti sindacali della categoria.

Cosa prevede il decreto

Per quanto riguarda le licenze definitive, il decreto approvato in Cdm (con le modifiche successive alle proteste degli autisti) consentirà a città metropolitane, capoluoghi e Comuni sede di aeroporti internazionali di bandire un concorso straordinario aperto a nuovi operatori, fino a un incremento del 20% rispetto alle licenze esistenti. Cadrebbe così in questo caso la cumulabilità osteggiata dai tassisti. Altro oggetto del contendere è quello delle licenze temporanee. Qui il provvedimento dispone il rilascio da parte dei Comuni, in via sperimentale, a titolo gratuito o oneroso, di licenze aggiuntive per far fronte a uno straordinario incremento della domanda legato a grandi eventi, come ad esempio il Giubileo, o ai flussi turistici. Queste licenze avranno una durata non superiore a dodici mesi, prorogabili fino a un periodo massimo di 24 mesi. Il decreto indica che possono essere rilasciate esclusivamente in favore dei soggetti già titolari di licenze, che possono affidarle a terzi anche a titolo oneroso o gestirle in proprio.

 

Urso: “Semplificare e accelerare le licenze”

"Per i taxi dobbiamo rispondere ad un incremento del mercato dovuto all'aumento del flusso turisti, traffico internazionale e alcuni eventi straordinari a partire dal giubileo 2025 per seguire poi con Expo Roma 2030. Eventi straordinari che si sommano alla crescita del turismo internazionale del nostro paese. Per questo abbiamo previsto un pacchetto di misure che seguono il principio della semplificazione, sburocratizzazione e accelerazione per il rilascio di nuove licenze con certezza del diritto". Lo ha detto il ministro delle Imprese Adolfo Urso in conferenza stampa dopo il cdm illustrando le norme sui taxi. La prima, ha spiegato, semplifica "la doppia guida: sarà possibile farlo solo con una comunicazione".

Unica Cgil: “Per noi è un cavallo di Troia”

"Questo decreto così fatto non deve essere convertito in legge. Sciopero generale e mobilitazione sarà la nostra risposta": aveva fatto sapere la Unica Cgil in una nota. "Le leggi vigenti già consentono ai sindaci di intervenire sugli organici nonché di migliorare ed efficientare i servizi. Unica Cgil non sarà né sodale né collusa con governi e ministri che vogliono distruggere il servizio pubblico", si legge nella nota del sindacato, che sottolinea come "al tavolo sui taxi al Mimit due ministri sono assenti non giustificabili. Invece di affrontare e operare per risolvere i problemi strutturali del trasporto pubblico di linea, trovano il tempo e impegnano apparati dello Stato per smontare la legge 21/92", prosegue il sindacato. "Il vero obiettivo è solo quello di smantellare il servizio pubblico taxi, per fornire macchine e autisti al servizio del nuovo caporalato gestito dalle multinazionali", conclude Unica Cgil. Le fa eco Carlo di Alessandro, presidente Federtaxi Cisal: "Oggi viene imposto di fatto il cumulo delle licenze per i tassisti e ce lo pongono come un regalo. Non vogliamo regali. Per noi è un cavallo di Troia e siamo contrari". E prosegue: "Questo innesca meccanismi di speculazione che non intendiamo avallare. Se vogliono darci delle compensazioni ci diano l'Iva agevolata per l'acquisto delle vetture, il credito d'imposta per l'acquisto del carburante, il riconoscimento delle malattie professionali e del lavoro usurante. Siamo disponibili se fosse necessario a implementare il servizio, fermo restando che le criticità sono dovute alle carenze del trasporto pubblico di linea", spiega, precisando al contempo di "non essere contrari all'intero pacchetto".

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Assutenti: “Sciopero intollerabile”

L’associazione Assoutenti aveva definito “assurdo e intollerabile” lo sciopero minacciato dai tassisti, alla luce del fatto “che i provvedimenti contenuti nel decreto vanno a quasi esclusivo vantaggio dei tassisti”. L’associazione a tutela dei consumatori si era detta pronta a denunce penali contro i conducenti delle auto bianche qualora dovessero realizzare proteste e scioperi a danno dell'utenza. "Non si capisce contro chi protestano le organizzazioni dei taxi, né perché la Cgil, che si presuppone dovrebbe difendere i precari disperati, difenda i privilegi dei taxisti", ha spiegato il presidente Furio Truzzi. "Le norme studiate dal Governo faranno infatti arricchire i tassisti, aprendo un nuovo business attraverso il rilascio di licenze aggiuntive a chi già ne possiede una, licenze che i tassisti potranno gestire a titolo oneroso aprendo così un nuovo redditizio mercato a loro favore. Sul fronte dei consumatori, invece, il decreto non sembra contenere alcuna novità, in quanto l'aumento delle licenze è già una possibilità a disposizione dei comuni". 

Unc: “Un altro provvedimento spot”

“Sui taxi ci troviamo di fronte a un altro provvedimento spot del Governo" era stato invece il commento di Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori. "Ci riserviamo, ovviamente, di esprimere un giudizio finale quando avremo a disposizione un testo, ma a giudicare da quanto finora emerso, sui taxi si tratta o di cose inutili o di un riciclo di cose vecchie. Già oggi i Comuni e le Regioni possono aumentare a piacimento le licenze, peccato che, essendo ostaggi dei tassisti, non lo facciano mai. Insomma, un incremento che resterà sulla carta, o, peggio ancora, d'ora in poi avrà pure un tetto del 20 per cento che attualmente invece non esiste" prosegue Dona. "Quanto alle licenze di taxi aggiuntive temporanee per fronteggiare uno straordinario incremento della domanda, è già previsto fin dalla prima lenzuolata Bersani, ossia dal 2006, con il decreto legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, dove fin da allora era previsto, e lo è tuttora, che i Comuni possono rilasciare titoli autorizzatori temporanei per fronteggiare eventi straordinari. Quello che invece servirebbe è eliminare i vincoli territoriali, in modo che sia i tassisti che gli Ncc possano svolgere il servizio dove vogliono, oppure eliminare per gli Ncc l'assurdo obbligo di rientro in rimessa che ancora parzialmente permane nonostante una sentenza della Consulta" aggiunge Dona. "Insomma, l'unica vera novità del decreto in discussione oggi, lato consumatori, - conclude Dona a proposito delle misure contro il 'caro voli' - è il principio che gli algoritmi non sempre sono leciti, un'importantissima innovazione, che rischia, tuttavia di non trovare mai applicazione, atteso che il divieto scatterà solo per prezzi tripli a quelli medi e solo per le isole, insomma mai!" conclude Dona.

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