
Bonus Casa, caldaie e ristrutturazioni: tutti i nodi da sciogliere con la direttiva Ue
Il piano di Bruxelles sulle “case green” avrà un impatto su tempi ed entità delle agevolazioni fiscali a partire da quelle esistenti come superbonus ed ecobonus, entrambe in via di ridimensionamento. Lo standard energetico D per tutti gli edifici residenziali entro 10 anni imporrà sforzi per l’efficientamento di almeno il 75% degli immobili, ma la mancanza di materiali così come di imprese specializzate e di capitali pubblici o privati rischia di trasformare l’obiettivo del 2033 in un miraggio

La direttiva dell’Unione Europea sulle “case green” potrebbe imprimere un salto in avanti all’efficientamento energetico degli edifici a partire dagli incentivi fiscali per eseguire i lavori. Ecco quale sarà l’effetto sui bonus per la casa attualmente esistenti
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Entro il 2025 le agevolazioni per riqualificare gli immobili si ridurranno a partire dal superbonus che l’anno prossimo sarà in vigore con l’aliquota ridotta al 70% e l’anno successivo scenderà ulteriormente al 65%. Dopo il 2024 invece a mutare sarà l’ecobonus al 65% per i lavori sul risparmio energetico
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Vecchie e nuove detrazioni potrebbero però variare se i governi li useranno per raggiungere l'obiettivo della classe energetica D per tutti gli edifici residenziali entro il 2033 ad eccezione delle case piccole con metratura inferiore ai 50mq, di quelle di interesse storico artistico e di quelle abitate meno di quattro mesi l’anno

Se la classificazione energetica restasse invariata nei suoi parametri, il 75% degli edifici residenziali privati e pubblici in Italia dovrebbe allestire ponteggi per raggiungere entro dieci anni il livello D

Anche se non dovessero essere comminate sanzioni per gli edifici non a norma sull'efficientamento energetico, le abitazioni più datate rischiano di subire una rapida svalutazione con conseguenze imprevedibili sul mercato immobiliare

Per guadagnare il salto di classe energetica occorrerà eseguire lavori oggi coperti da incentivi come il superbonus che finora ha riguardato solo il 5% degli edifici. In Italia l’efficientamento energetico su vasta scala presenta vari problemi come l’approvvigionamento dei materiali, la manodopera specializzata e soprattutto le risorse economiche pubbliche o private

Un secondo impatto della direttiva europea sulle “case green” riguarda la sostituzione degli impianti di riscaldamento. Già dal 2025 Bruxelles prevede lo stop alla vendita di caldaie a condensazione per le case nuove o in ristrutturazione in vista del blocco totale a partire dal 2029
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Dal 2024 gli stati membri non potranno più dare incentivi fiscali per l’acquisto di caldaie a condensazione ma l’alternativa rappresentata dalle pompe di calore richiede investimenti onerosi con il rischio ulteriore di risultare inefficaci se venissero installati in edifici non adeguatamente coibentati
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