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Salario minimo e lavoratori domestici, cosa succede se il datore è una famiglia

Economia
©IPA/Fotogramma

Circa 490mila colf, badanti e babysitter - contando solamente il lavoro regolare - a oggi guadagnano meno di 9 euro all'ora, soglia che le opposizioni propongono come il livello minimo di retribuzione legale. Cosa succederebbe se la proposta di legge fosse approvata? Si aprirebbero diverse problematiche, spiega il presidente di Assindatcolf Andrea Zini, a partire dalla differenziazione della professionalità dei lavoratori e dal rischio di un'ulteriore crescita del lavoro nero

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Le opposizioni fanno fronte comune sul salario minimo: tutti i partiti fuori dalla maggioranza, tranne Italia Viva, hanno chiesto che venga fissato per legge un minimo di 9 euro all’ora, sia per i lavoratori dipendenti che per gli autonomi. Ma quanti sono i lavoratori che, a oggi, prendono meno di 9 euro lordi in Italia? Bisogna distinguere se si conteggiano anche il Tfr e le 13esime oppure no. Sulla base di dati Inps, nel primo caso il numero arriva a due milioni; nel secondo tocca i 4,6 milioni di persone. In altre parole, significa che quasi un terzo dei lavoratori privati ha una paga più bassa della media prevista dai contratti collettivi nazionali di lavoro: 11,70 euro all’ora nel 2020. Una buona fetta di questi, guardando soltanto al lavoro regolare, è composta dai lavoratori domestici: 490mila tra colf, badanti e babysitter prendono meno di 9 euro all’ora, pur contando Tfr e 13esima. 

I numeri del lavoro domestico in Italia

Nel 2021, secondo i dati di Osservatorio Domina, i lavoratori domestici regolari erano in tutto 961.358. Il settore è però quello in cui c’è il maggior numero di lavoratori in nero (oltre la metà, 52,3%). I datori di lavoro sono in tutto 2,1 milioni: 1 milione regolari, 1,1 irregolari. La spesa totale delle famiglie arriva a 15,1 miliardi di euro, così divisi: 8,1 pagati in modo regolare e sette in modo irregolare.

Collaboratori domestici regolari, qual è la paga minima oraria

Qual è la paga minima oraria stabilita per i collaboratori domestici regolari? Le cifre (lorde) sono diverse a seconda dello specifico lavoro svolto: per chi è assunto come colf è di 5,27 euro l’ora; per i babysitter 6,58 euro; per i badanti di 6,99 euro; per gli assistenti familiari qualificati 9,36. A queste vanno però aggiunte voci come ferie e Tfr. Tuttavia, la media del guadagno di questi lavoratori non coincide per forza con la paga minima oraria. “Dipende da zona a zona, grandi città e piccoli paesi, Nord e Sud. Una colf in città grandi e medie tra i 10 e i 12 euro all’ora. Ma in tutto il Paese buona parte dei nostri lavoratori è al di sotto di questa soglia fatidica dei 9 euro”, spiega a Sky TG24 Andrea Zini, presidente di Assindatcolf, il sindacato dei datori di lavoro domestico. Che però precisa: “Non sappiamo come questa soglia verrebbe calcolata: se si fa riferimento a tutte le retribuzioni dirette, annuali e pluriennuali, e/o al solo orario di lavoro svolto, le differenze sono notevoli”. Secondo Zini, rimane comunque “un dato di fatto” e cioè che si tratta di “un settore di lavoro che, come datori, definiamo povero perché non viene ammessa la deducibilità del costo del lavoro dalla dichiarazione dei redditi. Sicuramente porterebbe dei vantaggi alla famiglia che molto probabilmente, nel giro di uno o due rinnovi dei contratti di lavoro collettivi, si riverserebbero anche in parte sui lavoratori”.

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Salario minimo a 9 euro, cosa succederebbe nel lavoro domestico: il problema della professionalità

Prendendo come riferimento il caso dei collaboratori domestici di livello B, sostanzialmente chi svolge il lavoro di babysitter, la paga oraria da contratto è di 6,58 euro. Contando anche 13esima, Tfr e ferie si raggiungono gli 8,23 euro. Se si arrivasse a 9 euro lordi l’ora per tutte queste figure, cosa succederebbe? “C’è un problema macro: si appiattirebbero le differenze tra primo e ultimo livello. E questo porterebbe una problematicità nella valutazione della professionalità dei lavoratori”, spiega Zini. E quindi: se ci fosse un salario minimo di 9 euro orari, quasi tutti i lavoratori domestici sarebbero obbligatoriamente a cavallo di questa cifra. “Non ha senso”, continua Zini: “I babysitter o gli assistenti alla persona formati e con esperienza non possono essere paragonati a una colf che prenderebbe la stessa retribuzione”.

Il problema del nero

Zini sottolinea come, su “137mila e oltre contratti monitorati dal 1° gennaio 2022 al 31 maggio 2023”, tra i primi cinque mesi del 2022 e i primi cinque mesi del 2023 “c’è stato un raddoppio nella cessazione dei rapporti di lavori: da 10mila si è passati oltre i 20mila”. Questo, commenta il presidente di Assindatcolf, “la dice lunga sul costo del lavoro sulle famiglie”. Il problema è quindi che, se venisse approvata la proposta delle opposizioni sul salario minimo, “ci sarebbe un aumento catastrofico del nero”. Guardando a dati Inps, relativi al 2022, “sono sparite 76.500 lavoratici ma sono aumentate le persone che necessitano di assistenza: quindi c’è stato un aumento del lavoro irregolare. Se ci fosse un ulteriore aumento del costo di lavoro per legge, ci sarebbe ancora più nero”.

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