
Pensioni minime, anche a maggio niente aumenti: ecco tempi e nuovi importi degli assegni
Nemmeno per questo mese sono stati applicati i previsti rialzi dei trattamenti pensionistici, varati con l’ultima Legge di Bilancio: il problema maggiore è che la norma non circoscrive la platea di beneficiari che ricevono un importo minimo, attualmente stimabile in due milioni di persone. In estate però la situazione dovrebbe sbloccarsi

L’aumento delle pensioni minime è da sempre uno dei punti del programma di governo di Forza Italia e uno dei cavalli di battaglia di Silvio Berlusconi. Non è un caso, perciò, che sia stato inserito, nelle risoluzioni di maggioranza con cui è stato approvato il Documento di economia e finanza
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GLI AUMENTI CHE NON ARRIVANO – Da tempo è entrata in vigore la legge che aumenta gli assegni con gli importi più bassi ma, per il momento ancora non si vedono effetti nelle tasche degli interessati: il mese di maggio è il quinto consecutivo in cui non viene applicata, nonostante decorra da gennaio
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L’OBIETTIVO – A fine 2022 l’idea che aveva portato ad aumentare le pensioni minime nella Legge di Bilancio era quella di arrivare alla cifra tonda di 600 euro, un obiettivo simbolico-politico che doveva essere una sorta di soglia di passaggio verso quella ben più ambiziosa dei mille euro, più volte citata dallo stesso Berlusconi
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COME SI ARRIVA A 600 EURO? – Ma come si arriva alla soglia di 600 euro? Il meccanismo è semplice: per gli assegni inferiori o uguali al trattamento minimo Inps è prevista una maggiorazione dell’1,5 per cento nel 2023, che diventa più sostanziosa (6,4%) per i beneficiari con più di 75 anni. Per loro, o meglio per quanti trovandosi in quella fascia di età percepiscono già l’importo minimo, l’obiettivo 600 euro verrebbe così raggiunto: per la precisione si passerebbe dai 563,74 euro al mese fissati per il 2023 a 599,82
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COSA SUCCEDE NEL 2024 – Inoltre, la norma stabilisce la ripartenza da zero a partire dal 2024: cancellato il precedente aumento, ne verrebbe applicato uno del 2,7% ai pensionati di tutte le età, con riferimento al nuovo importo del trattamento minimo Inps (ancora da definire). Per l’anno ancora successivo si tornerebbe di nuovo al punto di partenza, con la decadenza di tutte le maggiorazioni
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RIVALUTAZIONE PROCESSO A PARTE – Questi sono aumenti soltanto provvisori, destinati quindi a rientrare a partire dal 2025. Un processo che si può considerare parallelo e separato rispetto a quello di rivalutazione per l’inflazione di tutte le pensioni: per quest’anno il tasso è stato fissato al 7,3%, mentre nel 2024 dovrebbe aggirarsi sul 5,5%
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QUALI SONO STATI I PROBLEMI? – Ma quindi se era già tutto pronto, come mai non è stato realizzato? A quanto pare il problema principale è stata la fretta con cui è stata redatta la norma, visto che non è stata circoscritta la platea di pensionati, che potenzialmente conta più di due milioni di persone

LA CASISTICA – Va anche detto che per molte ragioni esistono ancora oggi assegni considerati bassi, perché per ottenere l’integrazione è necessario non superare una certa soglia di reddito complessivo. Esistono inoltre gli assegni “cristallizzati” al di sotto del minimo, ad esempio quando ad una pensione diretta si aggiunge quella di reversibilità

LA CIRCOLARE - Ad inizio aprile l’Inps ha diffuso una circolare con i criteri di massima per l’applicazione della norma, ma l’effettivo via libera agli aumenti è stato rinviato ad un successivo messaggio alle strutture interne. Vista la particolare difficoltà della materia oggetto in esame è stato necessario approfondire ulteriormente il caso attraverso diverse interlocuzioni con il ministero del Lavoro, che avrebbero permesso di definire i punti ancora in sospeso
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QUANDO POTREBBERO ARRIVARE – A questo punto è ipotizzabile che tali aumenti possano arrivare con la rata di luglio, o a giugno nel caso in cui ci sia una particolare accelerazione. Già nel primo pagamento gli interessati riceveranno naturalmente gli arretrati dovuti a partire da gennaio. Per il bilancio dello Stato il costo previsto è di 480 milioni quest’anno e 379 nel 2024
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