
Pensioni e riscatto della laurea, come capire cosa conviene fare
Pensione di vecchiaia, pensione anticipata, anticipata contributiva: le tre possibilità di uscita dal mondo del lavoro sono influenzate dalla scelta o meno di riscattare il periodo universitario. Ecco le varie possibilità

È difficile capire se sia davvero conveniente riscattare gli anni di studio universitario o meno. Per farsi strada fra le numerose variabili, Il Sole 24Ore ha elaborato alcune simulazioni partendo dall’incrocio fra storia contributiva e periodo di studio all’università
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Il quotidiano economico ha poi individuato tre canali di pensionamento definiti stabili: la pensione di vecchiaia - cui si accede con almeno 20 anni di contributi e almeno 67 anni d’età - la pensione anticipata, ottenibile oggi con almeno 42 anni e 10 mesi di contributi (un anno in meno le donne) e la pensione anticipata contributiva, accessibile con almeno 20 anni di contributi effettivi e almeno 64 anni di età (3 in meno della vecchiaia)
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Chi ha svolto l’università prima del 1996 ed è soggetto al calcolo misto può accedere alla pensione di vecchiaia o a quella anticipata ordinaria, ma non all’anticipata contributiva che prevede una sorta di sconto di tre anni sul requisito anagrafico della pensione di vecchiaia. Se si ipotizza un percorso universitario di quattro anni è possibile riscattarlo con un costo che tende ad aumentare all’arrivo del pensionamento. Secondo le simulazioni de Il Sole, il riscatto di quattro anni ne consente oltre quattro di anticipo
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In alternativa, queste stesse persone possono chiedere che la loro pensione sia calcolata tutta con il metodo contributivo (e quindi non con il metodo misto). Devono avere questi requisiti: anzianità contributiva inferiore a 18 anni al 1995, almeno 15 anni di contributi di cui 5 dal 1996, almeno un contributo accreditato al 1995. A questo punto possono scegliere il riscatto a percentuale oppure quello agevolato
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Chi ha il calcolo contributivo e ha svolto l’università prima del 1996 può accedere anche alla pensione anticipata contributiva, che richiede almeno 20 anni di contributi e un requisito anagrafico inferiore di 3 anni rispetto alla vecchiaia

Gli anni di studio universitario, però, sono ante 1996: se si sceglie di riscattarli si passa perciò dal sistema contributivo a quello misto, dato che – prosegue Il Sole – si acquisisce anzianità contributiva prima dell’entrata in vigore della riforma Dini del 1995. Il costo del riscatto viene dunque determinato con il metodo della riserva matematica

Nell’esempio elaborato dal quotidiano economico, riscattando 4 anni un uomo maturerà il diritto alla pensione anticipata a 63 anni e 11 mesi, a cui dovranno aggiungere 3 mesi di finestra, quindi 64 anni e 2 mesi. A 65 anni e 3 mesi potrebbe maturare il diritto alla pensione anticipata contributiva. Una donna maturerebbe invece il diritto a 64 anni e 3 mesi

C’è infine il terzo caso che comprende chi è soggetto a un calcolo contributivo e ha fatto l’università dopo il 1995. Chi si trova in questa situazione può accedere ai tutti e tre i canali di pensionamento: vecchiaia, anticipata ordinaria e anticipata contributiva. A differenza delle due platee precedenti, il riscatto non modifica il metodo di calcolo della pensione
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