
Quota 103, le opzioni per chi matura i requisiti necessari per la pensione anticipata
Sono tre le possibilità: accedere al pensionamento anticipato, continuare a lavorare versando all’Inps tutti i contributi previsti, continuare a lavorare non versando la quota di contributi a carico e riceverla in busta paga. Però attenzione: in questa terza opzione il prelievo contributivo verrà meno e l’assegno risulterà più corposo. Quindi, il prelievo fiscale sarà maggiore

I dipendenti con i requisiti necessari per accedere alla pensione anticipata flessibile – cioè la "Quota 103" – che però scelgono di continuare a lavorare, possono rinunciare all’accredito dei contributi a proprio carico dovuti all’Inps. Lo spiega Il Sole 24 Ore
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Per accedere a questa possibilità – introdotta dalla legge 197/2022 – sarà però necessario aspettare il decreto attuativo che ancora non ha avuto il via libera dalla Corte dei conti
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Il Sole ha eseguito alcune simulazioni, cominciando dalla fruizione dell’incentivo di aprile (la prima decorrenza possibile di Quota 103)
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Ecco un esempio. Un lavoratore nato a gennaio del 1959, che al 31 marzo 2023 ha raggiunto 41 anni e 3 mesi di contributi previdenziali, avrà un pensionamento di vecchiaia previsto al 31 gennaio 2026. Da aprile 2023 "rinuncia" a Quota 103 e attiva l'esonero dei contributi a suo carico fino al pensionamento di vecchiaia. Il lavoratore beneficia dell'esonero contributivo del 3% previsto dalla legge di Bilancio 2023

L’operazione in questione, però, è una scelta e non un obbligo. Anzi, il lavoratore con i requisiti per Quota 103 ha tre opzioni: accedere al pensionamento anticipato, continuare a lavorare versando all’Inps tutti i contributi previsti, continuare a lavorare non versando la quota di contributi a loro carico e riceverla in busta paga

Nel caso un lavoratore scelga questa terza soluzione, il datore di lavoro potrà erogare, direttamente in busta paga, la somma corrispondente ai contributi non versati. Va detto però che questa scelta avrà conseguenze sia sulla busta paga dell’interessato sia sull’importo della pensione

Infatti, spiega il quotidiano economico, l’importo mensile dello stipendio aumenterebbe perché non subirebbe più il prelievo contributivo, ma quella stessa somma concorrerebbe ad alzare l’imponibile fiscale
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Quindi l’aumento della quota netta non sarebbe uguale alla somma dei contributi non versati, ma subirebbe un prelievo fiscale maggiore

Comunque sia, la facoltà di non versare la contribuzione può essere esercitata una sola volta e il lavoratore può cambiare idea. In questo caso, dal primo giorno del mese successivo al momento di esercizio della revoca, riprenderanno le trattenute e i versamenti dei contributi a carico dell’interessato
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