
Bollette, tariffe giù ma elettrodomestici continuano a pesare: +14% rispetto al 2021
Secondo Assoutenti, anche se le tariffe dell'energia elettrica hanno registrato un ribasso, i principali elettrodomestici presenti nelle case degli italiani continuano a pesare in modo non indifferente sulle tasche delle famiglie: i 13 apparecchi più usati determinano un costo pari a 607,5 euro annui a nucleo. Quello che consuma di più è il condizionatore d'aria. Intanto, un’analisi della Sima rivela che abbandonando il metano in cucina l'ambiente ne beneficerebbe ma non ci sarebbe un vero risparmio economico

Le tariffe dell'energia elettrica, negli ultimi mesi, hanno registrato un ribasso ma i principali elettrodomestici presenti nelle case degli italiani continuano a pesare in modo non indifferente sulle bollette delle famiglie. A dirlo è uno studio di Assoutenti. Quello che consuma più energia è il condizionatore d'aria. Intanto un’analisi della Sima, Società Italiana di Medicina Ambientale, rivela che se l’Italia decidesse di abbandonare l'uso del metano in cucina (come New York dal 2026) l'ambiente ne beneficerebbe ma non ci sarebbe un risparmio economico concreto
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Nel suo studio, Assoutenti ha messo a confronto i consumi dei principali apparecchi elettrici usati nelle case italiane, confrontando i costi del 2021 con quelli attuali. L'elettrodomestico che consuma più energia è senza dubbio il condizionatore d'aria: in casa assorbe in media 400 Kwh all'anno. Come spiega Assoutenti, la spesa per rinfrescare gli ambienti si aggira intorno ai 95 euro annui a famiglia (considerate le tariffe elettriche attuali e i consumi di un nucleo di 3 persone che vive in una casa di 100 mq), contro gli 83 euro del 2021 (II trimestre)
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Al secondo posto si piazza il frigorifero, con 300 Kwh annui: una spesa pari a 71,2 euro adesso e a 62,5 euro nel 2021. Segue il phon: 260 Kwh, pari a 61,7 euro. Tra gli apparecchi elettrici che consumano meno energia troviamo la macchina per il caffè (60 Kwh, per una spesa alle tariffe attuali pari a 14,2 euro annui) e il computer (95 Kwh annui, 22,5 euro)
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Nel complesso, i 13 apparecchi elettrici più usati nelle case degli italiani determinano un costo, alle tariffe attuali, pari a 607,5 euro annui a famiglia: si tratta - spiega Assoutenti - del 14% in più rispetto al 2021, quando per gli stessi elettrodomestici, e con i medesimi consumi, la spesa è stata di circa 533 euro
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"In attesa di conoscere come si evolverà la situazione delle bollette e dell'energia nel corso del 2023, ci piace ricordare ai consumatori che un uso più attento e intelligente degli elettrodomestici comporta risparmi diretti sul portafogli. Ad esempio, scegliendo solo apparecchi ad alto risparmio energetico, usandoli a pieno carico e con le funzioni ‘eco’, sostituendo le lampadine in casa con quelle al Led, ecc… è possibile risparmiare oggi quasi 100 euro sulla bolletta elettrica", dice il presidente di Assoutenti Furio Truzzi
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L’associazione ha diffuso anche altri consigli per risparmiare sulla bolletta, come sostituire tutte le lampadine presenti in casa con lampadine Led a risparmio energetico (-32 kwh all'anno) e scegliere solo elettrodomestici ad alto risparmio energetico, cioè classe A+++ (-150 kwh all'anno)

Invita anche a fare attenzione per un consumo intelligente degli elettrodomestici, ad esempio funzionamento a pieno carico, accensione nelle ore serali a tariffa ridotta, utilizzo delle funzioni "eco": -56 kwh all'anno. Infine, consiglia la schermature delle finestre e un migliore isolamento termico (-30 kwh all'anno), oltre allo spegnimento quotidiano degli apparecchi in standby e delle luci nelle stanze non utilizzate (-130 kwh all'anno)

Intanto, un'analisi della Sima (Società Italiana di Medicina Ambientale) rivela che se in Italia si decidesse di abbandonare l'uso del metano in cucina, l'ambiente ne beneficerebbe ma non ci sarebbe nessun risparmio concreto per i portafogli dei consumatori. "Un eventuale addio dei fornelli a gas in Italia, al pari di quanto disposto a partire dal 2026 dallo Stato di New York, determinerebbe innegabili benefici sul fronte ambientale, ma nessun vantaggio per le tasche dei cittadini”, spiega il presidente Sima, Alessandro Miani

“Il primo risparmio determinato da una cucina a induzione riguarda l'efficienza. Il rendimento di un piano a induzione è pari in media al 90%, mentre i piani cottura a gas fino a poco tempo fa avevano un'efficienza media del 40%, i migliori del 55%; gli ultimi modelli più performanti raggiungono il 65%. Questo significa che per cucinare la stessa pietanza, col piano a induzione servirà meno tempo (fino al -50%) rispetto alla cottura a gas”, dice ancora Miani

“Una famiglia con un piano cottura a induzione risparmia in media 245 kg di CO2 rispetto a chi usa un fornello tradizionale: l'equivalente della quantità di anidride carbonica assorbita da 13 alberi. Ma se la cottura a induzione elimina l'inquinamento da ossidi di azoto e metano che deriva dai fornelli a gas, gli altri inquinanti indoor emessi durante la preparazione di cibi, ad esempio quando si frigge l'olio o si cucina la carne alla piastra, rimangono inalterati, essendo composti nocivi che si liberano a prescindere dalla tipologia di piano cottura utilizzato"

Riguardo a spesa e consumi, spiegano gli esperti Sima, la questione è più complessa. L'elevata efficienza dei piani a induzione riduce i tempi di cottura ma richiede il consumo di elevati picchi di energia (alcuni arrivano a 7.400 W). Le cucine a induzione, poi, sono più costose rispetto a quelle tradizionali e richiedono pentole specifiche o adattatori. E soprattutto le tariffe dell'elettricità sono sensibilmente superiori a quelle del gas: ciò significa che ai benefici sul fronte ambientale e dell'inquinamento non corrispondono risparmi e vantaggi sulle bollette
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