Fed, rialzo tassi dello 0,25%. Powell: "Ci vorrà tempo per riportare l'inflazione al 2%"
EconomiaLa Banca centrale statunitense ha sottolineato che monitorerà i rischi di inflazione e le sue conseguenze. Il presidente Powell: "Recessione non probabile ma la crescita è modesta". E aggiunge: "Essenziale un tempestivo aumento del tetto del debito"
Un aumento di 25 punti base sui tassi di interesse, che arrivano così a livelli compresi tra il 5 e il 5,25 per cento. Lo ha stabilito la Fed che, come si legge nel comunicato diffuso al termine della riunione, ha sottolineato che monitorerà attentamente le informazioni in arrivo e valuterà le implicazioni per la politica monetaria. Per il presidente Jerome Powell, le condizioni delle banche sono migliorate e "il sistema è forte e resistente", tuttavia "dobbiamo affrontare regole per rendere il sistema bancario più resiliente e siamo sicuri che lo faremo". Il numero uno della Fed ritiene "non probabile" una recessione. Anzi, "le possibilità che si possa evitare una recessione sono più elevate di quelle che si verifichi". A suo avviso però "non si può escludere uno scenario di recessione blanda" anche se quello più probabile è "di un'economia che crescerà in modo modesto".
Powell: “Condizioni migliori ma serve tempo”
Durante la conferenza stampa, il presidente della Banca centrale statunitense ha sottolineato che l’obiettivo è “riportare l'inflazione al 2%" e "ci vorrà del tempo” per farlo, in quanto "la stabilità dei prezzi è la responsabilità della Fed: senza stabilità dei prezzi l'economia non funziona per nessuno". Powell ha fatto sapere che la Fed è pronta “a fare di più se fosse necessario per riportare l'inflazione al 2%" e si è detto "consapevole che le nostre decisioni hanno impatti su famiglie e imprese", ma "faremo tutto ciò che è possibile per raggiungere la massima occupazione e la stabilità dei prezzi".
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Powell: “Su pausa rialzi decideremo a giugno, ma cambiato tono”
"E' fondamentale che il tetto del debito venga alzato in modo tempestivo in modo che il governo possa pagare tutti i suoi conti. Un fallimento in questo senso sarebbe senza precedenti" e porterebbe "in un territorio inesplorato con conseguenze per l'economia che potrebbero essere molto incerte e negative". Lo ha ribadito Jerome Powell nel corso della conferenza stampa, aggiungendo tuttavia che tale argomento è di esclusiva competenza del Parlamento statunitense. In merito a una pausa nei rialzi dei tassi, ha poi aggiunto il numero uno della Fed, la decisione “oggi non è stata presa, ci porremo questa domanda a giugno". Tuttavia, ha sottolineato il banchiere, "si può notare come al termine della riunione di marzo avessimo una frase che sosteneva che 'ulteriori giri di vite potrebbero essere appropriati per mantenere la politica monetaria sufficientemente restrittiva per riportare l'inflazione al 2% nel corso del tempo'. Quella frase non c'è più nella dichiarazione finale, l'abbiamo tolta e oggi diciamo" che sulle prossime mosse "si terrà conto di alcuni fattori". Si tratta, ha concluso, "di un cambiamento significativo".