Pensioni, il governo annuncia nuovi aumenti in arrivo. Le ipotesi e cosa sappiamo
Il vicepremier Salvini ha parlato di "un altro sostanzioso e sostanziale aumento delle buste paga e delle pensioni più basse", da inserire nel Decreto Lavoro che arriverà sul tavolo del Cdm il prossimo 1° maggio. Si ipotizza l'anticipo dell'aumento del 2,7% in programma per il 2024 o di un nuovo adeguamento degli assegni al costo della vita
La maggioranza di governo si è impegnata a "valutare, nell'ambito degli eventuali spazi di bilancio disponibili per la prossima manovra, un intervento in materia di innalzamento delle pensioni minime", si legge nella risoluzione al Def presentata ieri, 27 aprile
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Un più rapido intervento sugli assegni previdenziali è però già in programma: "Il 1° maggio faremo un Consiglio dei ministri dove ci sarà un altro sostanzioso e sostanziale aumento delle buste paga e delle pensioni più basse”, aveva detto il vicepremier Matteo Salvini pochi giorni fa
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Non si sa ancora con precisione a quali misure si riferisse il leader della Lega. Una possibilità, scrive il Corriere della Sera, potrebbe essere l’anticipo dell’aumento delle pensioni del 2,7% già calendarizzato per il 2024. Ma l’importo non sarebbe “sostanzioso e sostanziale”, come annunciato da Salvini, perché si tratterebbe più o meno di 11 euro
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Un’altra ipotesi, riporta sempre il quotidiano di via Solferino, è che il governo di Giorgia Meloni abbia deciso di anticipare le tempistiche anche per il nuovo adeguamento al costo della vita, come già fatto nel novembre 2022. Anche se, di nuovo, il valore dell’aumento non sarebbe comunque particolarmente sostanzioso
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Bisognerà quindi vedere cosa deciderà di fare il governo. Il margine di manovra per interventi corposi e strutturati, con i fondi a disposizione, non è però molto grande: la maggior parte delle risorse dovrebbe andare al taglio del cuneo fiscale
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A prescindere da quale sarà l’intervento a cui sta pensando l’esecutivo, la strada continua a essere quella percorsa dall’inizio del 2023, quando le pensioni minime sono passate da 525 a 575 euro. Più alto l’aumento per chi ha più di 75 anni, per cui il livello più basso possibile è stato portato a 600 euro
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In generale, tutti gli assegni pensionistici, oltre a un +1,5%, sono stati poi rivalutati tenendo conto della spinta inflazionistica, a seconda delle diverse fasce di reddito. Chi percepisce una pensione fino a quattro volte il minimo si è visto rivalutare l’assegno del 100% sulla base dell’inflazione, fissata al 7,3%
Gli assegni tra le quattro e le cinque volte il minimo sono stati rivalutati all’85%, quelli tra le cinque e le sei volte il minimo al 53%, quelle tra le sei e le otto volte al 47%, quelle tra le otto e le dieci al 37% e quelle oltre le dieci al 32%
L’aumento annuale degli assegni per l’inflazione, secondo il sindacato Uil, non è stato sufficiente per contrastare il costante aumento del costo della vita. Dal 2011 al 2022, prendendo a parametro un assegno da 1500 euro, la perdita del potere d’acquisto è stata di 760 euro, ha avvertito lo scorso marzo la sigla sindacale
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