
Emerge dai dati del quarto trimestre del 2022. Nello stesso periodo, il rapporto deficit/Pil è peggiorato di 0,7 punti percentuali. La propensione al risparmio delle famiglie consumatrici è stata pari al 5,3%, in diminuzione di 2,0 punti percentuali rispetto al trimestre precedente
"La crescita del reddito disponibile delle famiglie (+0,8%), accompagnata da una crescita dei prezzi al consumo particolarmente forte nello stesso trimestre, ha comportato una significativa diminuzione del potere d'acquisto (-3,7%)". Emerge dai dati trimestrali dell'Istat sul reddito e il risparmio delle famiglie del quarto trimestre del 2022
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“La tenuta della spesa per consumi finali (+3% in termini nominali) si è quindi accompagnata a una marcata flessione del tasso di risparmio”, spiega l’Istituto. Nel dettaglio, sottolinea l'Istat, il reddito delle famiglie è aumentato dello 0,8% rispetto al trimestre precedente, mentre i consumi finali sono cresciuti del 3,0%. La propensione al risparmio delle famiglie consumatrici è stata pari al 5,3%, in diminuzione di 2,0 punti percentuali rispetto al trimestre precedente
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Nel quarto trimestre del 2022, inoltre, il rapporto deficit/Pil peggiora di 0,7 punti percentuali. Esattamente nel periodo in esame, l'indebitamento netto delle AP in rapporto al Pil è stato pari a -5,6% (era -4,9% nello stesso trimestre del 2021)

Sempre secondo i dati Istat, "la pressione fiscale è stata pari al 50,5%, in riduzione di 1 punto percentuale rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente"

Intanto, sul 2023, a febbraio si stima un calo per le vendite al dettaglio pari a -0,1% in valore e -0,9% in volume, rispetto a gennaio. Sono in diminuzione le vendite dei beni alimentari (-0,3% in valore e -1,8% in volume), mentre quelle dei beni non alimentari registrano un lieve aumento in valore (+0,1%) e una flessione in volume (-0,3%)

Su base annua invece le vendite al dettaglio aumentano del 5,8% in valore e calano in volume del 3,5%. Si registra un andamento analogo sia per le vendite dei beni alimentari (+7,9% in valore e -4,9% in volume), sia per i beni non alimentari (+4,2% in valore e -2,3% in volume)
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