
Consumi, nel 2022 crolla la capacità di spesa delle famiglie in Italia. I dati
Secondo Termometro Altroconsumo, la capacità di spesa cala di un punto rispetto al 2021 e le difficoltà maggiori a sostenere gli acquisti sono più marcate al Sud e nelle isole rispetto al Nord. Per il 2023, si prevede un peggioramento della situazione

Dai risultati emersi durante la presentazione del "Termometro Altroconsumo 2022” in Senato, sulla capacità di spesa delle famiglie, si evidenzia un quadro allarmante. L’Organizzazione di consumatori - insieme alle omologhe di Spagna, Belgio e Portogallo che fanno parte di Euroconsumers - ha condotto la periodica indagine che stima il livello di difficoltà dei consumatori nell’affrontare le spese durante l’anno precedente, le differenze fra le aree geografiche e fra le tipologie di famiglia, insieme alle aspettative per l’anno a venire
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I risultati mostrano un notevole peggioramento generale per gli italiani nel sostenere le spese dei 6 diversi ambiti analizzati: abitazione, mobilità, salute, alimentazione, istruzione, cultura e tempo libero. L’indice italiano di quest’anno è pari a 45,2, il più basso di sempre da quando l’indagine viene svolta, dal 2018. Nel 2022 sono aumentate considerevolmente le famiglie in difficoltà a sostenere le spese legate ad alimentazione e abitazione
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Il 37% delle famiglie ha avuto problemi per quanto riguarda l’acquisto di cibo (+13 punti percentuali rispetto al 2021) e per il 49% è stato difficile coprire le spese legate all’abitazione (+9 punti). Stabili o in leggero aumento le percentuali di famiglie in difficoltà per gli altri ambiti di spesa: 43% per salute, 40% per la mobilità, 37% per cultura e tempo libero e 26% per istruzione
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Allo stesso tempo si registra una diminuzione delle famiglie che non hanno avuto problemi a coprire le spese per quanto riguarda l’alimentazione, solo il 18%, ovvero 10 punti in meno rispetto al 2021, e mobilità (17%). Nel complesso aumentano le famiglie in gravi difficoltà economiche, ovvero con problemi per tutte e 6 le dimensioni di spesa, che nel 2022 sono pari al 9%, quasi il doppio rispetto al 2021 (5%)
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Anche nel 2022 emergono importanti differenze fra Nord e Sud. Le difficoltà a sostenere le spese sono infatti maggiori al Sud e nelle isole (indice pari a 43,4) e al Centro (44,1) rispetto al Nordest (46,7) e al Nordovest (46,5). Rispetto allo scorso anno c’è un leggero riavvicinamento, con il valore del Termometro che diminuisce per tutte le aree tranne che per il Sud e le isole (+0,7 rispetto al 2021)
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Nello specifico, le Regioni in cui si riesce ad affrontare meglio le spese restano quelle settentrionali, il valore dell’indice è significativamente superiore alla media per: Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Lombardia, Emilia-Romagna e Piemonte. Quelle in cui la capacità di sostenerle è inferiore alla media sono: Campania, Puglia, Umbria e Abruzzo. Inoltre, emerge una sensibile differenza anche tra aree urbane e rurali, la situazione è migliore per le famiglie che risiedono in città

Paragonando le tipologie di nuclei familiari, si conferma una maggior agilità nella gestione delle spese fra le famiglie in cui entrambi i partner sono laureati (indice pari a 48,6) rispetto a quelle in cui non lo sono (41,2). La situazione appare più agevole per chi vive da solo rispetto alle famiglie numerose, all’aumentare dei componenti della famiglia, il valore dell’indice diminuisce (e quindi aumentano le difficoltà)

L’inchiesta, inoltre, fotografa la percezione degli italiani per il 2023. Quest’anno, gli italiani prevedono un ulteriore peggioramento della situazione. L’indice che riflette le aspettative per l’anno in corso è infatti inferiore di 2,7 punti rispetto a quello registrato per l’anno trascorso

Quasi la metà degli intervistati (45%) ritiene che la sua famiglia avrà più difficoltà a sostenere le spese nel 2023 rispetto a quanto avvenuto nel 2022. Solo il 14% invece prevede che sarà più facile. Per quanto riguarda i risparmi, il 76% ritiene che sarà difficile per la propria famiglia mettere soldi da parte nel corso del 2023 (lo è stato per il 70% nel 2022) e ben il 45% immagina che sarà molto difficile se non impossibile farlo, rispetto al 35% che si è trovato in questa situazione nel 2022
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