
A più di un mese dallo stanziamento dei nuovi fondi per l’Ecobonus, gli incentivi per auto ibride plug-in e elettriche sono rimasti quasi inutilizzati. Il ministro dell’Industria e del Made in Italy Adolfo Urso è convinto che il nostro Paese possa vincere la sfida ma serve che l’Ue investa. Secondo lui “le macchine elettriche costano troppo per i salariati italiani e sono oggi sostanzialmente appannaggio dei ricchi”

Il mercato delle auto elettriche in Italia continua a non decollare, nonostante gli incentivi messi in campo dallo Stato. L’ultimo stanziamento dell’Ecobonus, attivato da poco più di un mese, ha visto andare a ruba i fondi per auto ibride o benzina e gasolio a basse emissioni. Quasi inutilizzati invece quelli per auto ibride plug-in e quelli per le auto elettriche
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Le prenotazioni da parte dei concessionari sono scattate il 10 gennaio. Grande successo per i 150 milioni destinati nel 2023 alle auto ibride o benzina e gasolio a basse emissioni (veicoli di categoria M1 con emissioni comprese nella fascia 61-135 grammi di anidride carbonica per chilometro). Finiti anche i 5 milioni per ciclomotori e motocicli non elettrici
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I 35 milioni per le due ruote elettriche sono ridotti a quasi un terzo (restano circa 12 milioni di euro). Sono stati invece usati pochissimo i fondi per le auto ibride plug-in (emissioni tra 21 e 60 grammi di CO2), scesi da 235 a 218 milioni, e quelli per le auto elettriche (emissioni da 0 a 20 grammi di CO2), scesi appena da 190 a 173 milioni
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Sul perché le elettriche non riescano ad attrarre gli italiani è intervenuto più volte in questi giorni il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso. "L'Italia può vincere la sfida" dell'auto elettrica, "ha tutti gli elementi per farlo", ma "abbiamo bisogno che l'Europa si muova nella stessa direzione per concentrare le risorse su quegli investimenti che servono a rafforzare il nostro sistema produttivo nella duplice transizione digitale ed ecologica”, ha detto
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Urso ha fatto riferimento a "investimenti sulle catene di valore, sui chip e semiconduttori, sull'intelligenza artificiale, sulla tecnologia green, sulle batterie elettriche, su tutto quello che può consentire la riconversione produttiva di un settore così significativo per il nostro sistema industriale che è l'automotive"
In un’intervista radiofonica, Urso ha spiegato che “l’Italia è in ritardo” sulla transizione nel comparto auto e dobbiamo “accelerare sugli investimenti ma i tempi e modi che l’Europa ci impone non coincidono con la realtà europea e soprattutto italiana”, riferendosi allo stop della Ue a veicoli con motori termici nel 2035

“Con questi tempi e queste modalità c’è un rischio occupazione e un rischio lavoro. Non abbiamo il tempo per riconvertire il nostro sistema industriale, perché siamo partiti tardi e perché sono stati fatti diversi errori in passato”, dice Urso

Arrivando al tema degli incentivi per le macchine elettriche, ha concluso Urso, “sono rimasti in gran parte inutilizzati, perché le macchine elettriche costano troppo per i salariati italiani e sono oggi sostanzialmente ad appannaggio dei ricchi in Italia e noi non possiamo fare una strategia per i ricchi ma dobbiamo fare una strategia per tutti”
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