
Carburanti, possibile aumento prezzi benzina e diesel dal 5 febbraio: cosa può succedere
A partire dalla prossima settimana potrebbero esserci nuovi rincari alla pompa: entrerà infatti in vigore l’embargo dell’Unione europea contro tutti i prodotti raffinati provenienti dalla Russia. Nonostante l’Italia sia tutto sommato coperta, c’è il rischio che i consumatori paghino ancora di più il pieno, a causa della mancanza di oltre un milione di barili al giorno in tutto il Continente

Il prossimo 5 febbraio rischia di essere un punto di non ritorno per i prezzi di benzina e diesel. A partire da quella data scatterà infatti l’embargo europeo contro tutti i prodotti raffinati provenienti dalla Russia. Questo significa che i prezzi di diesel e benzina, che hanno superato i 2 euro al litro in modalità servito, potrebbero schizzare ancora più in alto
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UN AUMENTO COSTANTE – Tutto è partito dalla decisione del governo Meloni di non rinnovare il taglio delle accise, deciso dal precedente esecutivo, che scadeva lo scorso 31 dicembre. "Il gasolio sfonda quota 1,9 euro. Come temevamo, con l'avvicinarsi del 5 febbraio, ossia dell'embargo europeo ai prodotti raffinati provenienti dalla Russia, i prezzi hanno preso il volo. Ecco perché la decisione del governo Meloni di rialzare le accise è a dir poco irresponsabile", ha dichiarato Massimiliano Dona, presidente dell'Unione nazionale consumatori
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I DATI – Secondo quanto riporta Dona, i dati settimanali del Ministero dell’Ambiente evidenziano come il prezzo al servito per diesel e benzina sia rispettivamente di 2,007 euro al litro e 2,051 euro al litro, mentre al self service i prezzi oscillano tra 1,859 e 1,883 euro per la benzina e tra 1,904 e 1,926 euro per il diesel
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I RINCARI – Alla luce di questi numeri Dona ha chiesto al premier di reintrodurre i tagli decisi da Draghi. “Rispetto al 31 dicembre 2022, oggi un litro di benzina costa quasi 23 centesimi in più, con un rincaro del 13,8%, pari a una stangata di 11 euro e 36 per un pieno da 50 litri, 273 euro su base annua considerando 2 pieni di carburante al mese a famiglia, mentre il gasolio sale del 12%, oltre 20 centesimi al litro, pari a 10 euro e 22 centesimi a rifornimento”, ha sottolineato il presidente dell'Unione nazionale consumatori
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COSA CAMBIA DAL 5 FEBBRAIO – Incerto l’effetto che avrà l’embargo sulle politiche europee in materia: infatti l’Unione europea ha già dimezzato le importazioni di gasolio russo e aumentato le importazioni dagli Stati Uniti e da altri Paesi. Ciò che sappiamo è che a partire da quella data verrà vietata l'importazione: mancheranno perciò oltre un milione di barili al giorno, un quarto della domanda di tutta l'Ue
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È UN PROBLEMA PER L’ITALIA? – Il problema, a dire il vero, non sembra toccare molto l’Italia: a differenza del gas, il nostro Paese sembra piuttosto coperto. Di sicuro, anche se il nostro Paese è piuttosto fornito, alla lunga il prezzo dell’embargo potrebbe farsi sentire (basti pensare semplicemente ai costi di trasporto che saliranno rispetto a oggi, con possibili riflessi alle pompe)
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IL TEMPO DI PREPARARSI - Secondo le dichiarazioni rilasciate ad Associated Press da Kadri Simson, commissaria europea per l’energia, i mercati hanno avuto possibilità di adattarsi, dopo l’annuncio dell'embargo a giugno, e gli Stati si sono già premurati di riempire le proprie scorte di gasolio negli ultimi mesi. Inoltre, i prezzi potrebbero essere contenuti ulteriormente, nel caso in cui i Paesi del G7 si accordassero nell’imporre un tetto al prezzo del gasolio russo

UNA MANO DAGLI STATI ARABI – Ad aiutare potrebbe esserci anche “l’ampliamento della capacità di raffinazione di Kuwait, Arabia Saudita e Oman, che potrebbe alleviare qualsiasi ulteriore impennata dei prezzi da parte della Russia”, ha dichiarato Hedi Grati, responsabile della ricerca su combustibili e raffinazione di S&P global commodity insights, ad Associated Press

L’ACCISA MOBILE – A questo proposito il governo Meloni ha reintrodotto la cosiddetta “accisa mobile”, uno strumento per tutelare i consumatori dagli aumenti del prezzo del carburante varato tra 2007 e 2008 dal governo Prodi II. Il taglio delle accise può essere adottato se il prezzo "aumenta, sulla media del precedente bimestre, rispetto al valore di riferimento, espresso in euro, indicato nel Documento di programmazione economico-finanziaria presentato". L'accisa mobile cala al crescere del prezzo di benzina e gasolio per alleggerire il carico complessivo
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