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Bonus edilizi e cessione dei crediti: le novità introdotte dal Decreto Aiuti quater
Il provvedimento, convertito in legge nei giorni scorsi, modifica di nuovo la disciplina delle cessioni dei crediti derivanti dai bonus edilizi. In particolare, il numero massimo di cessioni passa da 4 a 5: ecco cosa c’è da sapere

Nei giorni scorsi il Decreto Aiuti quater è stato convertito in legge. Tra le misure al suo interno, una modifica di nuovo la disciplina delle cessioni dei crediti derivanti dai bonus edilizi. Parliamo, ad esempio, del Superbonus, del bonus ristrutturazione, dell’ecobonus e del sismabonus
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Mentre nei mesi passati c’era stata una stretta sulle cessioni, anche per cercare di limitare le truffe, la novità principale del Decreto Aiuti quater è che introduce un allentamento delle misure. In particolare, si era deciso di limitare la circolazione dei crediti, anche per cercare di tenerne meglio traccia per i controlli successivi. Molte polemiche aveva sollevato anche il nodo della responsabilità tra cedente e cessionario. Diversi operatori, soprattutto finanziari, avevano così smesso di acquistare i crediti
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Per rilanciare i bonus edilizi si è deciso di intervenire di nuovo. Con il Decreto Aiuti quater il numero massimo di cessioni passa da 4 a 5 (6 se si è scelto lo sconto in fattura). È stata introdotta, infatti, un’ulteriore cessione dei crediti tra banche e “soggetti qualificati”. Nell’elenco rientrano intermediari finanziari iscritti all'albo, società appartenenti a un gruppo bancario iscritto all'albo, imprese di assicurazione autorizzate a operare in Italia. Le cessioni tra banche e “soggetti qualificati” passano quindi da due a tre
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Ma come funziona, quindi, la cessione dei crediti dopo il Decreto Aiuti quater? La norma prevede che, per chi fino al 2024 sostiene interventi edilizi agevolati, è possibile non usufruire dell’utilizzo diretto della detrazione spettante in sede di dichiarazione dei redditi ma scegliere tra due opzioni: sconto in fattura o cessione di un credito d'imposta
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Partiamo dalla prima opzione: lo sconto in fattura. Si tratta di un contributo, sotto forma di sconto sul corrispettivo dovuto, anticipato dal fornitore che ha effettuato l’intervento agevolato. Come spiega l’Agenzia delle Entrate, “è pari alla detrazione dall’imposta lorda spettante per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio e può arrivare fino a un importo massimo pari al corrispettivo dovuto”
Mutui, ancora rialzi nel 2023: le prime simulazioni
Il fornitore, a sua volta, può recuperare “il contributo anticipato come credito d’imposta, di importo pari alla detrazione spettante, e lo può cedere ad altri soggetti, compresi gli istituti di credito e gli intermediari finanziari, senza possibilità di successiva cessione, fatta salva la possibilità di tre (e non più due, ndr) ulteriori cessioni del credito, solo se effettuate a favore di soggetti ‘qualificati’”
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La seconda opzione è appunto la cessione di un credito d'imposta, corrispondente alla detrazione spettante, ad altri soggetti come “fornitori di beni e servizi necessari alla realizzazione degli interventi, altri soggetti (persone fisiche, anche esercenti attività di lavoro autonomo o d’impresa, società ed enti), istituti di credito e intermediari finanziari”. La norma poi prevede la possibilità di tre ulteriori cessioni solo se effettuate a favore di “soggetti qualificati”
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Alle banche e alle società appartenenti a un gruppo bancario è poi consentita la cessione a favore di soggetti diversi dai consumatori o utenti, che abbiano stipulato un contratto di conto corrente con la banca stessa, o con la banca capogruppo, senza facoltà di ulteriore cessione
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Per riassumere: i contribuenti possono effettuare una prima cessione del credito a chiunque, il primo cessionario può poi cedere il credito solo a un soggetto qualificato, il soggetto qualificato può effettuare la terza cessione a un altro soggetto qualificato, che a sua volta può cedere il credito a un ulteriore soggetto qualificato. Dall’ultimo soggetto qualificato, infine, il credito potrà essere ceduto un’ultima volta solo a un suo correntista che non sia impresa o professionista
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