
Cibo, dal Nutriscore all’allarme sul vino: tutte le etichette proposte dall’Ue
L’etichetta "semaforo" non convince l’Italia e molti altri Paesi dell’Unione: la decisione in merito è stata rinviata al 2024. Ok di Bruxelles invece sull’avviso da apporre agli alcolici in Irlanda. E dal 2020 è in vigore la specifica sull’origine delle materie prime dei prodotti, da chiarire in caso di diciture o immagini fuorvianti

Nei giorni scorsi l’Ue ha dato il via libera alla scelta di Dublino: l'Irlanda potrà adottare un'etichetta per vino, birra e liquori con avvertenze come "il consumo di alcol provoca malattie del fegato" e "alcol e tumori mortali sono direttamente collegati". La norma è stata notificata a giugno da Dublino a Bruxelles, che - con il periodo di moratoria che è scaduto a fine dicembre 2022 - ha confermato che le autorità nazionali possono adottare la legge
Vino, ok Ue a etichetta Irlanda con avvertenze come sulle sigarette
Il via libera arriva nonostante i pareri contrari di Italia, Francia e Spagna e altri sei Stati Ue, che considerano la misura una barriera al mercato interno. La stessa Commissione ha annunciato iniziative comuni sull'etichettatura degli alcolici nell'ambito del piano per battere il cancro. Con la decisione di Bruxelles l'esempio irlandese potrebbe essere seguito da altri Paesi
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Si tratta solo dell’ultimo caso di etichettatura in ambito alimentare che divide i componenti dell’Unione europea. Ancora in corso per esempio è il dibattito sul Nutriscore, noto in Italia anche come 'etichetta a semaforo': assegna ai cibi un punteggio dalla A alla E, dove A indica una la migliore qualità nutrizionale ed E la peggiore. Per farlo tiene conto di alcuni ingredienti inseriti nel prodotto stesso come sale, zucchero, grassi, proteine
Nutriscore: cos'è l'etichetta a semaforo e perché non piace all'Italia
Sono a favore di questo strumento Paesi come Francia, Germania e Belgio. Contraria l’Italia, perché il Nutriscore non tiene conto della quantità di alimento ingerita e in base alla sua classificazione alcuni prodotti di eccellenza nostrani risulterebbero da bollino rosso (un esempio è il parmigiano)
Elezioni, Meloni: FdI contro Nutriscore, in difesa dell'agricoltura doc
Il professore francese Serge Hercberg, fra i padri fondatori del Nutriscore, aveva cercato di rassicurare gli scettici, preoccupati anche per le strette all'olio extravergine di oliva: "La versione aggiornata del Nutriscore prevista per il 2023 è ancora più in linea con il modello della Dieta Mediterranea - scrive - l'olio d'oliva si classificherà B", ci saranno "più penalizzazioni per carni rosse e prodotti ad alto contenuto di zucchero e sale e punteggi migliori per il pesce grasso e prodotti a base di cereali integrali"

Ma il fronte dei contrari si sta allargando: negli ultimi tempi si è aggiunta anche l’Olanda

Intanto, il Nutriscore è stato tolto dall’agenda dell’Unione europea e la discussione in merito è stata rinviata al 2024. “La prima battaglia vinta”, ha commentato il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida. "L'Italia e il Governo Meloni continueranno a schierarsi contro sistemi di etichettatura come il Nutriscore. Il motivo è semplice: questi meccanismi mirano a condizionare il consumatore nelle sue scelte, piuttosto che garantirgli un'ampia e trasparente informazione, assicurata invece da altri strumenti che noi stiamo contribuendo a promuovere”

Da aprile 2020 è invece già in vigore il regolamento europeo 775/2018, che – come spiega il sito Agrifood.tech – chiede ai produttori di indicare l’origine della materie prime nel caso in cui si presenti il rischio, per il consumatore, di essere tratto in inganno al riguardo. Un esempio: l’illustrazione della bandiera italiana su una confezione i cui ingredienti, però, non sono italiani
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