La decisione, che ha di fatto confermato che le autorità nazionali possono adottare la legge, arriva nonostante i pareri contrari di Italia, Francia e Spagna e altri sei Stati Ue, che considerano la misura una barriera al mercato interno
Fa già molto discutere il via libera alla norma, notificata a giugno dall’Irlanda a Bruxelles, che consente di adottare un'etichetta per vino, birra e liquori con avvertenze come "il consumo di alcol provoca malattie del fegato" e "alcol e tumori mortali sono direttamente collegati".
La decisione dell’Ue, che ha di fatto confermato che le autorità nazionali possono adottare la legge, arriva nonostante i pareri contrari di Italia, Francia e Spagna e altri sei Stati Ue, che considerano la misura una barriera al mercato interno. La Commissione ha annunciato iniziative comuni sull'etichettatura degli alcolici nell'ambito del piano per battere il cancro. Con la decisione di Bruxelles l'esempio irlandese potrebbe essere seguito da altri Paesi.
Coldiretti: con etichette terroristiche a rischio 14 miliardi
L'Italia è il principale produttore ed esportatore mondiale con oltre 14 miliardi di fatturato di cui più della metà all'estero. Secondo la Coldiretti, quest’autorizzazione Ue concessa all'Irlanda rappresenta un attacco diretto al nostro Paese ed è un pericoloso precedente che rischia di aprire le porte a una normativa che metterebbe a rischio una filiera che in Italia dal campo alla tavola garantisce 1,3 milioni di posti di lavoro, principale voce dell'export agroalimentare. "È del tutto improprio assimilare l'eccessivo consumo di superalcolici tipico dei Paesi nordici - afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini - al consumo moderato e consapevole di prodotti di qualità ed a più bassa gradazione come la birra e il vino, diventato in Italia l'emblema di uno stile di vita attento all'equilibrio psico-fisico, da contrapporre all'assunzione sregolata di alcol". Il giusto impegno dell'Unione per tutelare la salute dei cittadini secondo la Coldiretti, "non può tradursi in decisioni semplicistiche che rischiano di criminalizzare ingiustamente singoli prodotti indipendentemente dalle quantità consumate". Secondo un sondaggio dell’associazione, il 23% degli italiani smetterebbe di bere vino o ne consumerebbe di meno se in etichetta trovasse scritte allarmistiche come quelle apposte sui pacchetti di sigarette.