
Bonus non rinnovati, da quello per le facciate ai trasporti: ecco quali sono
La manovra ha ufficializzato la fine per diverse agevolazioni. Altre cambiano radicalmente rispetto alle attuali condizioni. Stop al bonus trasporti, allo smart working per i genitori di ragazzi under 14, al bonus facciate e a quello per tv e decoder. E ci sono grandi novità per il Superbonus al 110%

Con la manovra 2023 è stata ufficializzata la fine per diverse agevolazioni a cui gli italiani si erano abituati negli ultimi mesi (o anni). Addio al bonus trasporti, addio allo smart working per i genitori di ragazzi under 14, addio al bonus facciate e a quello per tv e decoder. E termina anche il Superbonus al 110% per tutti, una delle misure simbolo della lotta alla crisi post-pandemia, ma anche di continui ritocchi e correzioni per mettere a punto un incentivo che ha movimentato l'intera economia italiana, costando però miliardi alle casse dello Stato
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BONUS TRASPORTI - Il bonus da 60 euro per l'acquisto di un abbonamento ai mezzi pubblici o al trasporto ferroviario è valido fino al 31 dicembre 2022, poi scomparirà. Nato con il decreto Aiuti e rifinanziato con il bis e il ter per far fronte al caro-carburanti ed incentivare il ricorso al trasporto pubblico, il contributo è destinato a chi ha un reddito personale inferiore a 35 mila euro (anche ad esempio i figli a carico)
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BONUS FACCIATE - Addio alla detrazione pensata per migliorare le città italiane, finita al centro delle polemiche per le molte frodi accavallatesi con quelle del Superbonus. L'agevolazione è nata con la legge di bilancio 2020 con uno sconto fiscale pari al 90% delle spese sostenute nel 2020 e nel 2021, ed è poi scesa al 60% per le spese del 2022. L'obiettivo era favorire gli interventi finalizzati al recupero o restauro della facciata esterna degli edifici esistenti ubicati in determinate zone
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SUPERBONUS - Dal primo gennaio il 110% generalizzato andrà in pensione. Per i condomini la detrazione scenderà al 90% a meno che l'assemblea non abbia deliberato i lavori entro il 18 novembre 2022 e la Cilas non sia stata presentata entro il 31 dicembre, o abbia deliberato dal 19 al 24 novembre 2022 ma presentando la Cilas entro il 25 novembre
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SUPERBONUS UNIFAMILIARI - Per le case unifamiliari (le cosiddette villette) nelle quali al 30 settembre 2022 siano stati effettuati lavori per almeno il 30% dell'intervento complessivo, varrà ancora il 110% fino al 31 marzo 2023. Al di là dell'avanzamento dei lavori, le villette rigorosamente prima casa il cui proprietario abbia un "reddito di riferimento" non superiore a 15.000 euro potranno invece usufruire del bonus al 90% fino al 31 dicembre 2023
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BONUS TV E DECODER - Nonostante qualche prima ipotesi di proroga, il contributo per l'acquisto di televisori e decoder adatti ai nuovi standard di trasmissione Dvbt-2/Hevc non è stato rinnovato con la legge di bilancio 2023. Il bonus, fino ad un importo massimo di 50 euro, può essere richiesto dalle famiglie con Isee fino a 20 mila euro
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SMART WORKING PER I GENITORI DI UNDER 14 - Il lavoro agile resta un'opzione concreta fino al 31 marzo del prossimo anno solo per i lavoratori fragili. Archiviata l'esperienza della Dad, con il ritorno alla normalità post-emergenza Covid, scomparirà invece la possibilità di ricorrervi, senza accordo aziendale, anche per i lavoratori con figli sotto i 14 anni
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OPZIONE DONNA - L'anticipo pensionistico riservato alle lavoratrici non sarà più quello conosciuto finora. Resta il requisito dei 35 anni di contributi, cambia quello anagrafico: da 58-59 anni si sale a 60 (che scendono solo in caso di figli). La platea è ridotta solo a caregiver e invalide almeno al 74%. Le lavoratrici licenziate o dipendenti di aziende con tavolo di crisi aperto potranno ancora andare in pensione a 58 anni, al di là del numero dei figli

SCUDO PENALE - Non è passato - fra le proteste delle opposizioni e le le divisioni all'interno della stessa maggioranza - il tentativo di introdurre nella legge di bilancio una sorta di moratoria per i reati fiscali. L'ipotesi iniziale riguardava i reati come l'omessa dichiarazione (che nei casi gravi prevede una pena fino a tre anni) e la dichiarazione infedele (anche in questo caso la pena è fino a tre anni). Restavano escluse le frodi
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