
La Bce alza i tassi d'interesse, dai mutui al debito: ecco cosa cambia
La Banca centrale europea ha deciso di alzare i tassi d'interesse di mezzo punto percentuale. Questa mossa ha alcune conseguenze immediate, altre a medio termine ed altre ancora difficilmente prevedibili. Una delle conseguenze più immediate per i cittadini riguarda i mutui, che diventano più cari. Tra le altre cose, sale anche il rendimento che lo Stato deve riconoscere ai sottoscrittori di Bot, Btp, Cct

La Bce ha deciso di alzare i tassi d'interesse di mezzo punto percentuale, portando il tasso sui depositi al 2%, quello sui rifinanziamenti principali al 2,5% e quello sui prestiti marginali al 2,75%. Questa decisione ha alcune conseguenze immediate, altre a medio termine ed altre ancora difficilmente prevedibili. Facciamo il punto
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Tra le conseguenze immediate ci sono la reazione dei mercati, l'apprezzamento dell'euro e un rialzo dei rendimenti dei titoli di Stato destinato a influenzare gli investitori e ad aumentare l'esborso sul fronte dei conti pubblici
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Gli effetti economici dei tassi più alti, però, si valutano soprattutto nel medio termine: la politica monetaria, infatti, impiega fino a 18 mesi per dispiegare il suo impatto. Imprevedibile è poi il funzionamento della catena di trasmissione delle decisioni di Francoforte: le banche, ad esempio, potrebbero decidere di non toccare i tassi commerciali, riducendo i loro margini di profitto. Vediamo quali potrebbero essere alcune delle conseguenze per i cittadini
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MUTUI PIÙ CARI. Una delle conseguenze più immediate per i cittadini del rialzo dei tassi della Bce riguarda il mercato immobiliare: i mutui diventano più cari. Con il tasso dei nuovi prestiti destinato a salire, c’è il rischio che il mercato degli immobili si deprima perché i nuovi acquisti di case vengono scoraggiati
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Secondo Bankitalia a ottobre i tassi sui nuovi mutui sono già saliti al 3,23%. Il portale Facile.it fa un calcolo dell'aumento prendendo in considerazione un mutuo da 126mila euro a 25 anni, stipulato a gennaio 2022, con un loan-to-value (valore del finanziamento rispetto all'immobile in garanzia) del 70%. Il nuovo aumento dei tassi della Bce di 50 punti base produrrà nei prossimi mesi un aumento delle rate dei mutui variabili, con rincari di quasi 35 euro al mese per un finanziamento medio e un aggravio che sale a circa 180 euro dall'inizio dell'anno (+39%)
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GIÙ I PRESTITI ALLE IMPRESE. In un clima sempre più incerto e con il costo del denaro sempre più alto, le imprese ridurranno la richiesta di finanziamenti. Questo vuol dire una frenata dell’economia. Oltre che meno investimenti, meno innovazione e meno crescita

SI TORNA A RISPARMIARE. Con i tassi d'interesse delle banche che continuano a crescere, i cittadini lasceranno i loro risparmi depositati per guadagnare qualcosa. Una tendenza già in atto, a causa dell'inflazione elevata che scoraggia i consumi

L'EURO SI RIVALUTA. Questo, dicono gli esperti, è uno degli effetti da manuale. Tassi più alti portano a un maggiore flusso di denaro nelle banche europee, rafforzando la moneta. L'export costerà di più, l'import di meno, facendo salire la “domanda aggregata”, cioè la quantità di spese effettuate (dal pubblico e dai privati) per l'acquisto di beni nazionali

IL DEBITO COSTA DI PIÙ. Non è un effetto diretto, ma l'aumento del tasso di sconto fa salire anche il valore, il rendimento, che lo Stato deve riconoscere ai sottoscrittori di Bot, Btp, Cct. Sono i titoli di Stato con i quali si finanzia il debito pubblico

I rendimenti già si sono adeguati, non solo nelle aste. Sul mercato secondario il Btp viaggia sopra la soglia del 4%. Quanto costa alle casse dello Stato? Secondo le stime dell'Ufficio Parlamentare di Bilancio (Upb), cioè dell'authority italiana dei conti pubblici, un aumento stabile del differenziale di 100 punti aumenta la spesa pubblica di 19 miliardi in tre anni: 2,5 miliardi nel 2023, 6,7 miliardi nel 2024, 10,1 miliardi nel 2025
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