Istat, Pil Italia cresce dello 0,5% nel terzo trimestre: merito di consumi e servizi
L’Istituto nazionale di statistica ha diffuso i dati relativi al periodo giugno-settembre di quest’anno: l’economia riporta una crescita inferiore all’1% grazie alla domanda interna e al boom del settore turistico, in particolare dei servizi di alloggio e ristorazione. In calo l’industria e le costruzioni

L’Istat ha diffuso i dati relativi al terzo trimestre: in questo periodo l'economia italiana è cresciuta dello 0,5% rispetto ai tre mesi precedenti e del 2,6% in confronto al 2021, con una crescita acquisita per l'intero 2022 pari al 3,9%
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TIRANO CONSUMI E TURISMO – A spingere l'economia italiana, nel terzo trimestre, è soprattutto la domanda interna, specie i consumi delle famiglie, e la crescita dei servizi, che registra +0,9%, in particolare nel settore del turismo: commercio, trasporto, alloggio e ristorazione, contro il -0,6% dell'industria e il -2% delle costruzioni. Crescono dell'1,8% i consumi, oltre il doppio degli investimenti fissi lordi (+0,8%). Il contributo netto della domanda estera netta è negativo per 1,3 punti percentuali
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IL BOOM DEI SERVIZI - Nel terzo trimestre 2022 l'indice destagionalizzato del fatturato dei servizi cresce del 2,2% rispetto all’altro trimestre; l'indice generale grezzo registra un aumento, in termini tendenziali, del 12,4%. Bene soprattutto il settore del magazzinaggio e l’attività di supporto ai trasporti (+41,3%) e del commercio all'ingrosso (+24,1%). Sotto il livello prepandemico il trasporto aereo (-13,8%) e gli autoveicoli (-7,0%)
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L’INFLAZIONE - L'inflazione, in frenata su base mensile e stabile sull'anno, sembra aver esaurito la sua spinta d'accelerazione anche grazie al calo degli energetici non regolamentati. Secondo le stime preliminari dell'Istat, a novembre l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,5% su base mensile (era stato del 3,4 nel mese di ottobre) e dell'11,8% su base annua (come nel mese precedente)
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I DATI DEL 2022 - "L'inflazione acquisita per il 2022 è pari a +8,1% per l'indice generale e a +3,7% per la componente di fondo". Sono queste le stime preliminari dell'inflazione di novembre diffuse dall'Istat. Secondo i dati, l'indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) aumenta dello 0,6% su base mensile e del 12,5% su base annua (da +12,6% nel mese precedente)
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IL CARRELLO - Accelerano invece, anche se di poco, i prezzi del cosiddetto "carrello della spesa", dove sono inclusi i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona, passando da +12,6% a +12,8%. Rallentano, al contrario, quelli dei prodotti ad alta frequenza d'acquisto (da +8,9% a +8,8%). "Se nei prossimi mesi continuasse la discesa in corso dei prezzi all'ingrosso del gas e di altre materie prime, il fuoco dell'inflazione, che ha caratterizzato sin qui l'anno in corso, potrebbe iniziare a ritirarsi", osserva l'Istat
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L’OPINIONE DI UNC - "Il fatto che l'inflazione tendenziale non salga ulteriormente non deve trarre in inganno. Resta un'illusione ottica, un miraggio destinato a sparire il 1° dicembre: grazie al Governo Meloni, scatterà il rialzo di 10 centesimi delle accise su benzina e gasolio, 12,2 considerando l'Iva, con effetti nefasti sui prezzi, come avevamo denunciato e viene oggi confermato dall'Istat, per la quale l'inflazione rimane stabile grazie all'andamento prezzi dei beni energetici non regolamentati", ha detto il presidente dell’Unc Massimiliano Dona

LE PROSPETTIVE PER IL NATALE – Secondo Dona, “è evidente che in queste condizioni avremo un Natale in bianco, una gelata sui consumi, vista la stangata che stanno già pagando le famiglie per colpa dei rincari di novembre. Già nei dati Istat di oggi sui consumi del terzo trimestre ci sono i primi segnali negativi, con la spesa delle famiglie in beni non durevoli che cala dello 0,3% sul secondo trimestre e dell'1,8% sul terzo trimestre 2021, anche se poi l'effetto vacanze ha fatto decollare il dato dei servizi”

IL PENSIERO DI FEDERDISTRIBUZIONE – “Stiamo registrando una frenata sui consumi, sia nel settore food che nel non-food, che rappresentano i primi segnali di un andamento delle vendite sottotono per il periodo natalizio, per almeno 3 italiani su 5. Le previsioni per i primi mesi del 2023 indicano un'ulteriore frenata, influenzata da un’inflazione che si manterrà ancora su livelli elevati e dalla conseguente incertezza che ne deriva. Un effetto che impatta in particolar modo, ma non esclusivamente, le fasce di reddito più basse”, ha dichiarato Federdistribuzione
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