Ospite al palazzo delle Stelline di Milano per l’evento 'Direzione Nord', il ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica ha spiegato che il prossimo anno reperire le risorse in vista dei mesi freddi sarà più difficile a causa della mancanza di forniture russe e dei possibili effetti legati al price cap europeo. Poi ha annunciato la sua proposta per in Cdm che si riunirà questa sera: un price cap nazionale sulle rinnovabili
Tre mesi potenzialmente difficili da superare. Così Gilberto Pichetto Fratin inquadra l’inverno cui andrà incontro l’Italia nel 2023. Per il ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica, ospite al palazzo delle Stelline di Milano per l’evento 'Direzione Nord', a destare “forti preoccupazioni” in vista dei mesi freddi del prossimo anno è infatti il reperimento delle risorse, che potrebbe complicarsi per la mancanza di forniture russe e gli effetti del price cap europeo. Uno scenario tale da indurlo a mettere sul tavolo del Consiglio dei ministri convocato questa sera anche una nuova proposta: l’introduzione di un tetto al prezzo nazionale sulle rinnovabili.
I rischi
"Il venir meno delle forniture russe vuol dire che durante l'estate dovremo costituire le riserve, gli stoccaggi e naturalmente essere pronti per il prossimo inverno". Queste le parole usate da Pichetto Fratin. Che ha spiegato: “Noi non abbiamo tutta questa disponibilità, siamo un Paese che consuma 76 miliardi di metri cubi solo di gas e finora il prelievo nazionale è stato di circa 3 miliardi, di conseguenza ce ne mancano 73". "Facciamo leva su accordi internazionali che possono far alzare questa soglia", ha proseguito il ministro, precisando però che si tratta sempre e comunque di una soglia "dalla valenza solamente prospettica".
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Price cap nazionale
Pichetto Fratin presenterà al Consiglio dei ministri in programma per stasera anche una proposta di“price cap nazionale sulle rinnovabili". Lo ha detto lui stesso, spiegando che la misura consisterebbe nel mettere un tetto al prezzo dell'energia prodotta da fonti sostenibili poiché queste non hanno un costo di produzione eccessivo". "Un tetto in questo caso molto alto, 180 euro al megawatt è la proposta elaborata dal Mase, che scatta e determina un prelievo rispetto all'impresa qualora si superi la soglia" conclude il ministro.
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Stop alle fonti fossili
"Occorre passare il più in fretta possibile alle energie rinnovabili, quindi vedere abbandonare carbone e petrolio”, ha detto ancora Picchetto Fratin. “Spero vivamente di non dover firmare l'atto di indirizzo per acquistare carbone per il 2023 perché non ha senso parlare di energia pulita e poi produrla con idrocarburi”, ha proseguito il titolare dell’Ambiente. Che ha concluso: “L’abbandono delle fonti fossili, per quanto possa generare delle difficoltà, è una tappa indispensabile”.